“A volte accusate di favorire la trasmissione di virus, le monete e le banconote hanno perso terreno a favore dei pagamenti elettronici e da mobile dall’inizio della pandemia di coronavirus. I commercianti al dettaglio hanno dovuto implementare in fretta sistemi tecnologici con i quali non avevano necessariamente familiarità, mentre i clienti in precedenza riluttanti a effettuare pagamenti online hanno dovuto effettuare il passaggio. Tuttavia, si tratta semplicemente di un’accelerazione di una tendenza a lungo termine che offre interessanti opportunità di investimento”. E’ l’opinione di Géraldine Guyon, financial analyst di Edmond de Rothschild. Di seguito le sue previsioni.
Il settore fintech
I pagamenti elettronici e da mobile appartengono all’ampio settore fintech che, dal 2008, offre tecnologie innovative come l’intelligenza artificiale, l’apprendimento automatico, il cloud e la blockchain, per migliorare la fornitura di servizi finanziari e ridurre i costi associati; tali servizi includono la possibilità di aprire un conto bancario in meno di 8 minuti, aggregazione di conti bancari, robo-advisor, prestiti rapidi, trasferimenti di denaro, pool di assicurazioni e piattaforme di gestione degli account.
Il settore sta vivendo a una crescita esponenziale, trainata in particolare dalle giovani generazioni, e da Paesi e governi che cercano di combattere l’evasione fiscale. Sono state quindi adottate nuove misure e leggi per offrire ai consumatori protezione per i loro acquisti online o elettronici. Questi includono, in particolare, il Gdpr (General Data Protection Regulation) e la direttiva Nis (Network and Information Security). Anche la nuova Payment Services Directive (Psd2) promuove i pagamenti elettronici, in quanto obbliga le banche ad aprire i loro sistemi informatici alle aziende fintech e ai giganti della tecnologia (Google, Apple, Facebook e Amazon). Inoltre, a maggio la soglia per i pagamenti contactless è stata innalzata da 30 a 50 euro.
WeChat Pay e QR Code
Secondo Cap Gemini, i pagamenti elettronici dovrebbero registrare una forte crescita nei prossimi anni. Nei mercati in via di sviluppo, si prevede una crescita del 23,5% per il periodo 2017-2022. L’Africa e l’Asia stanno registrando una crescita molto significativa. I consumatori cinesi pagano con i loro telefoni cellulari utilizzando l’applicazione WeChat Pay e la tecnologia di pagamento contactless QR Code.
La ponderazione dei Paesi emergenti nella crescita globale dei pagamenti elettronici potrebbe passare dal 35% nel 2017 al 50% nei prossimi anni. I Paesi con la crescita più forte sono la Russia (+40% per i pagamenti non in contanti nel 2017), l’India (+39%) e la Cina (+35%). In altri Paesi, in particolare Europa e Stati Uniti, il mercato è già più maturo e il tasso di crescita è del 7%. Tra il 2015 e il 2022, il volume annuo dei pagamenti elettronici dovrebbe crescere da 450 miliardi di dollari a oltre 1.000 miliardi di dollari a livello globale.
La crescita dei pagamenti digitali resterà probabilmente elevata nei prossimi anni, grazie alla grande percentuale di clienti che ancora pagano in contanti, pari all’86% della popolazione in Italia e Spagna, all’80% in Germania e al 70% in Francia. Tuttavia, il vero motore della crescita dei pagamenti digitali verrà dal boom del commercio elettronico. Infine, ma non meno importante, l’arrivo dei pagamenti istantanei potrebbe rivoluzionare il settore e rappresentare il 23% dei pagamenti in Europa entro il 2023.
Ondata di M&A
Anche il settore dei pagamenti elettronici continuerà ad attrarre investitori grazie all’ondata di operazioni di M&A iniziate cinque anni fa. Le operazioni di M&A sono ora in corso anche in Europa, come dimostra la fusione di Worldline con Ingenico. Le aziende si stanno unendo per raggiungere una massa critica e volumi di transazioni elevati. Rendere redditizie le piattaforme è la priorità per ottimizzare i costi di transazione.
In definitiva, la natura difensiva di questo settore offre agli investitori una fonte di diversificazione del portafoglio. Qualunque siano le circostanze o le prospettive economiche, le famiglie devono spendere soldi, almeno per il cibo e l’essenziale quotidiano.
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