Nel ultimo Monthly Oil Market Report, l’Opec ha lasciato invariate le sue principali proiezioni sulla domanda e sull’offerta di greggio. Secondo l’Opec, l’economia globale si trova di fronte a diverse sfide, tra cui ulteriori misure di inasprimento monetario da parte delle principali banche centrali se l`inflazione rimane persistentemente elevata.
L’Opec, nel dettaglio, prevede che la domanda globale di petrolio crescerà di 2.55 mbg a 99.6 mbg nel 2022, seguita da un aumento di 2.2 mbg a 101.8 mbg nel 2023, quest’ultimo sostenuto dai previsti miglioramenti geopolitici e dal contenimento della Covid-19 in Cina.
L’Opec ha poi sciato le proiezioni sull’offerta di petrolio sostanzialmente invariate: la produzione non-Opec è prevista aumentare di 1.89 mbg nel 2022 e di 1.54 mbg nel 2023. Usa, Norvegia, Brasile, Canada, Kazakistan e Guyana guideranno la crescita dell`offerta non-Opec nel 2023, mentre la produzione di petrolio in Russia e Messico dovrebbe diminuire.
Permangono inoltre elevate incertezze sull’impatto del embargo del petrolio russo da parte dell’UE e sui volumi di shale oil Usa. I volumi russi sono previsti scendere a 10.11 mbg nel 2023 dai 10.96 mbg del 2022, invariati rispetto al MOMR del mese precedente.
Le scorte di greggio a ottobre 2022 sono lievemente salite su base sequenziale (+1%) a 59 gg da 58 gg di settembre ad un livello di 4 gg inferiore della media a 5 anni.
Gli analisti di Equita stimano per il petrolio Brent nel 2023 un target price di 80 per barile. I titoli petroliferi “preferiti” dalla Sim milanese sono Eni e Galp.