Le elezioni del “Totip” e i nuovi bond governativi e corporate in arrivo

Negli anni ’80 per scongiurare il rischio di brogli e giurie poco trasparenti, si pensò di votare la canzone vincitrice del festival di Sanremo attraverso il “giudizio popolare” delle schedine Totip, concorso allora molto popolare che contendeva al Totocalcio il sogno degli italiani. La cosa fu abbandonata quasi subito, quando ci si accorse che case discografiche e cantanti stessi, investivano milioni di lire per giocare le schedine e pilotare così al successo questo o quel cantante.

Bene, ad oggi non siamo ancora in grado di sapere chi è il presidente del più importante e tecnologico paese del mondo, quello che ci “condiziona” la vita in tempo reale con i social o con le varie applicazioni, con cui da Sydney puoi controllare in tempo reale la macchinetta del caffè nella baita in cima al Monte Bianco, riportandoci così paradossalmente agli anni pre-tecnologici delle telefonate dalle cabine dei duplex e dei cablogrammi. Pessima figura per gli Stati Uniti ed in pochi lo evidenziano.

Nonostante questo paradosso i mercati vivono in una specie di limbo che non corrisponde alla realtà economica del momento, con gli indici azionari che hanno recuperato il terreno perso pesantemente nella scorsa settimana, quando iniziava ad aleggiare il fantasma di nuove restrizioni.

Su cosa si è basata questa positività: in primo luogo sul sostegno delle banche centrali e che queste possano ampliare rapidamente i programmi QE di acquisto titoli, come peraltro annunciato già giovedi dalla Bank of England, poi altri programmi a sostegno dalla Fed ed infine dalla Bce ed organismi europei che alle prese con la pandemia continentale, amplierebbero i programmi di aiuti. Secondo punto che giustificherebbe la ripresa dei titoli, sono i dati macro usciti al di sopra delle aspettative con la crescita dell’ultimo trimestre al 33% negli Usa ed al 16% in Italia, rispetto ad un 11% stimato. Questi dati in doppia cifra risentono ovviamente di una ripresa dallo zero precedente in cui i consumi e la produttività si erano fermati, di conseguenza l’aspetto negativo di quanto sta succedendo ora lo vedremo nei numeri dei prossimi trimestri o più, a seconda di quanto il governo ci vorrà tenere fermi, anche se, con la spinta a restare in casa ed allo “smart working”, stia creando le premesse per incrementare nuovi posti di lavoro nel settore consegne a domicilio, favorendo così anche gli acquisti di biciclette e monopattini che si “sentiranno” nei prossimi numeri economici.

Anche per la parte americana, al di la dell’aspettativa “stimoli Fed”, lo stallo non dovrebbe essere favorevole alla positività degli indici azionari, in genere i mercati vogliono una soluzione rapida e chiara e la situazione sembra essere lontana da ciò. Per quanto sopra, con misure legate alla pandemia, può essere comprensibile la positività del Nasdaq, dove la tecnologia è al servizio del lavoro e della quotidianità, ma per l’economia tradizionale la situazione politica non dovrebbe essere rosea, in quando anche una vittoria di Biden, con un Senato a maggioranza repubblicana, ingesserebbe ogni decisione in un “braccio di ferro”. Pertanto il pacchetto di stimolo all’economia, previsto per il post elezioni, non sembra essere instradato verso una rapida definizione, per non parlare di una situazione in cui si dovesse andare di fronte alla Corte Suprema, con un vuoto di oltre un mese prima di sapere chi sarà il nuovo presidente americano.

Se le Borse hanno brindato, qualche segnale di attenzione arriva dai Treasury americani, che hanno manifestato una certa volatilità e nervosismo “elettorale”, passando dai rendimenti più alti degli ultimi sei mesi a livelli minimi dell’anno, il Treasury decennale è passato da 0.945% al minimo di 0.756%, mentre il benchmark trentennale è sceso da 1.757% al minimo di 1.506% di rendimento. Questa discesa dei rendimenti si giustifica con quanto sopra, stimoli fiscali e pacchetto aiuti non più previsti nel breve periodo, con conseguente riduzione della crescita e dell’inflazione.

Dal punto di vista dei nostri Btp, restiamo con uno spread a quota 130 contro il decennale tedesco ed un rendimento della carta italiana al 0.67% sulla scadenza a dieci anni.

Le nuove emissioni governative sotto la lente

Intanto il 6 novembre verranno rese note le cedole del nuovo BTP Futura, il secondo in assoluto dopo il primo collocato sul mercato a luglio. A differenza di quest’ultimo, la durata del bond sarà di otto anni e non di dieci. Trattasi di un’obbligazione riservata agli investitori individuali o retail, per cui ne sono esclusi gli istituzionali. Il collocamento sul mercato avverrà dal prossimo lunedì 9 novembre fino al venerdì 13, sebbene il Tesoro abbia la possibilità di chiuderlo in anticipo, ma non prima della terza giornata. Tutti gli ordini verranno soddisfatti senza alcun rischio di ripartizione. Le cedole saranno crescenti e  ci sarà il premio fedeltà, compreso tra l’1% ed il 3% del capitale investito e dipenderà dal tasso di crescita medio del Pil italiano tra l’anno 2020 e l’anno 2027.

Nuova obbligazione con denominazione “green” dalla Germania, si tratta di un Obl con scadenza ottobre 2025 emessa per cinque miliardi con cedola zero e taglio da minimo da un centesimo (DE0001030716), rating massimo AAA.

Continua la corsa delle regioni tedesche a finanziarsi con risorse fresche a prezzo basso; questa settimana è stata la volta della Regione del Saarland con un’obbligazione senior a tasso fisso dell’ammontare di 500 miilioni di euro. L’obbligazione (Isin DE000A289J90) paga una cedola annua dello 0.01% fino alla scadenza fissata il 5 novembre 2040, prezzo 99.722, equivalente a un rendimento finale dello 0.064%. La spread guidance iniziale è stata abbassata a nove punti base sul tasso midswap dai 12 punti iniziali, gli ordini raccolti hanno raggiunto 1.6 miliardi. Rating AAA e lotto minimo mile euro con multipli di mille.

Nei primi giorni della prossima settimana sulla rampa di lancia altri due land: lo State of Lower Austria (AAA)  pronto a collocare una nuova obbligazione senior da 500 milioni di euro sulla scadenza lunga e la città di Bochum, città dello stato della North-Rhine Westphalia,con rating Aa1, in procinto di emettere una nuova obbligazione senior sulla scadenza a dieci anni.

Francia e Spagna hanno incrementato emissioni già in corso, soprattutto sulla curva lunga, con Oat scadenza 2030, 2050 e 2055 per un totale di 6 miliardi, mentre il Bonos 1.2% con scadenza 2040 è stato incrementato per 1 miliardo.

Le nuove emissioni corporate sotto la lente

Non tantissime come nelle ultime settimane le emissioni corporate, per l’incertezza del momento e della volatilità dei mercati.

Cinquecento milioni la size delle ferrovie spagnole, Ferrovial Emisiones, uscite con scadenza al 2028 e cedola del 0.54% (Isin ES0205032040), taglio minimo 100mila euro con multipli di 100mila con rating tripla B.

Alti rendimenti per Aston Martin, la casa automobilistica britannica, che ha concluso un’emissione obbligazionaria da 850 milioni di sterline, quasi un miliardo di euro. Il bond è stato denominato sia in dollari che in sterline ed ha ottenuto un rendimento del 10,50%, nettamente superiore alle attese della società, che sperava di indebitarsi intorno o poco più del 9%. Il ricorso al mercato è avvenuto poco prima che morisse un suo testimonial d’eccezione: Sean Connery, leggendario attore che recitò nei panni di James Bond proprio alla guida di una Aston Martin. L’emissione fa parte di un  pacchetto più ampio, che include un aumento di capitale da 125 milioni di sterline e la salita fino al 20% del suo capitale di Mercedez Benz. Rating assegnato all’obbligazione CCC-/Caa1, quindi livello considerato di altissimo rischio.

Attesa per un nuovo bond dalla Volvo che dovrebbe emettere il promo green bond nei prossimi giorni.

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