Il bitcoin sfonda in una sola giornata la barriera dei 14mila e dei 15mila dollari, portandosi fino a 15.300 dollari con un balzo del 9,2%. Un rally che gli analitsi provano a spiegare con l’incertezza dovutra al risultato in bilico delle elezioni Usa e al propagarsi dei contagi da coronavirus, ma anche con la classica FOMO (Fear of Missing Out).
A margine, la notizia del sequestro, il 3 novembre negli Stati Uniti, di migliaia di bitcoin, del valore di oltre 1 miliardo, che erano collegati a Silk Road. Si tratta del più grande sequestro di criptovaluta nella storia del Dipartimento di Giustizia Usa.
Alcuni osservatori sostengono che bitcoin può essere un diversificatore in tempi di incertezza, quindi eventi come i lockdown in Europa o i ritardi dei risultati delle elezioni statunitensi potrebbero alimentare la sua ascesa, peraltro già in corso da mesi, sebbene a ritmi meno sostenuti. “La precedente resistenza del bitcoin a circa 10mila dollari potrebbe passare a 20mila dollari nel 2021“, afferma Mike McGlone, commodities strategist di Bloomberg Intelligence. Più cauto Whitney Tilson di Empire Financial Research, che ieri in un’email ha detto di considerare ancora le criptovalute come “uno schema di pump-and-dump tecno-libertario”, raccomandando alla maggior parte degli investitori di evitarle.
Certo è che il settore delle criptovalute è notoriamente volatile: già in passato, in particolare a dicembre 2017 e a metà 2019, il bitcoin si è reso protagonista di rally improvvisi, seguiti da repentini crolli.
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