Equity, valute e tassi: i consigli su come muoversi di ActivTrades

A cura di Saverio Berlinzani, Senior Analyst di ActivTrades.

EQUITY SEMPRE VICINO AI MASSIMI

 

Persiste, sui mercati azionari globali, la forza degli indici, che tengono i massimi nonostante abbiano, negli ultimi giorni, provato qualche correzione con le borse USA a fare da leading indicators. Ieri i tre principali indici statunitensi hanno chiuso in positivo, con il Dow è salito dell’1,22%, l’S&P 500 a +0,86% e il Nasdaq Composite che ha chiuso con un +0,51%. Tutti gli 11 settori dell’S&P sono avanzati, guidati dai servizi di pubblica utilità, dal settore immobiliare e dall’industria. Tutti e tre sono anche sulla buona strada verso il raggiungimento di nuovi record, con il secondo trimestre consecutivo di rialzi e il quinto mese consecutivo di chiusure positive. Gli investitori ora attendono con interesse l’ultimo rapporto sull’indice dei prezzi PCE statunitense di venerdì, che è l’indicatore di inflazione preferito dalla Federal Reserve. Per oggi, sul fronte dati, sono previsti anche i dati settimanali sulle richieste di sussidio di disoccupazione, sul prodotto interno lordo e sulla fiducia dei consumatori.

 

VALUTE

 

Sui cambi, siamo nel solito trading range con le principali coppie di divise all’interno di fasce di oscillazioni assai ridotte. EurUsd tra 1.0800 e 1.0850, incapace per ora di uscire da questi confini, con il Cable a fare altrettanto, compresso tra 1.2610 e 1.2660. Sul UsdJpy si concentra l’attenzione del mercato, in ragione del possibile intervento della BoJ per sostenere il cambio. EurChf e UsdChf che dopo aver reagito al rialzo in seguito al taglio dei tassi della SNB, sta congestionando a ridosso di 0.9800 e 0.9000 rispettivamente. Oceaniche che hanno visto la salita di AudUsd (la borsa su nuovi massimi storici), poi parzialmente rientrata, nonostante le vendite al dettaglio questa notte, siano uscite peggiori del consensus a +0.3% contro previsioni di +0.4% e un dato precedente di +1.1%. NzdUsd resta debole sotto quota 0.6000. Poco da segnalare sui cross in un mercato perfettamente dollaro centrico. La chiave però rimane lo Jpy.

 

JPY E BOJ

 

Lo Yen, dopo aver testato i minimi degli ultimi 34 anni a 152.00, nelle ultime ore si è assestato in area 151.20-30, in seguito alle crescenti scommesse relative ad un possibile intervento delle autorità giapponesi per sostenere la valuta. Funzionari del Ministero delle finanze giapponese, della Banca del Giappone e dell’Agenzia per i servizi finanziari si sono incontrati per discutere la situazione valutaria, con il ministro delle finanze Suzuki che ha messo in guardia i mercati dichiarando che il Giappone farà “passi decisivi” contro movimenti eccessivi della valuta. Inoltre, il principale diplomatico valutario Masato Kanda ha affermato che “non escluderà alcuna iniziativa per rispondere ai movimenti disordinati del forex”. La debolezza dello yen deriva dal fatto che gli investitori ipotizzano che la politica monetaria della Banca del Giappone rimarrà accomodante per qualche tempo, nonostante la recente decisione di rialzo dei tassi. All’inizio della giornata, il membro del consiglio della BoJ Naoki Tamura ha affermato però che il rischio di un brusco superamento dell’inflazione, il che richiederebbe un inasprimento necessario della politica monetaria, rimane basso. Punti chiave sul UsdJpy a 150.80 e in seguito, supporti a 149.00 e soprattutto quello di medio termine posto a 146.70.

 

SUDAFRICA, TASSI INVARIATI

 

Ieri, la South African Reserve Bank ha deciso all’unanimità di mantenere il tasso repo chiave all’8,25%, invariato per il quinto appuntamento consecutivo. I policy maker hanno sottolineato che, nel complesso, i rischi per rialzi ulteriori dell’inflazione rimangono presenti. L’inflazione complessiva ha accelerato per il secondo mese consecutivo, raggiungendo il 5,6% a febbraio, in aumento rispetto al 5,3% di gennaio, avvicinandosi al limite superiore dell’intervallo obiettivo della banca centrale del 3-6%. Le previsioni ora indicano che l’inflazione dovrebbe raggiungere il punto medio dell’intervallo obiettivo solo entro la fine del 2025, più tardi di quanto previsto in precedenza. La proiezione dell’inflazione per quest’anno è stata leggermente rivista al rialzo al 5,1%, rispetto alla stima di gennaio del 5%. EurZar rimane all’interno di un trading range che dura da mesi, compresso tra 19.25 e 21.30, con un delta tasso interessante per le posizioni long Zar.

 

SVEZIA, TASSI FERMI AL 4%

 

La Riksbank ha lasciato il tasso di riferimento invariato al 4% nella riunione di ieri, in linea con le aspettative del mercato, ma ha affermato che è probabile che il costo del denaro possa essere tagliato a maggio o giugno se le prospettive di inflazione rimarranno favorevoli, ovvero in calo. L’inflazione ha continuato a scendere e gli indicatori segnalano che si sta avvicinando al 2%. Per quest’anno la Riksbank prevede un indice dei prezzi al consumo intorno al 3.5%, inferiore al 4,4% registrato nelle proiezioni di novembre. Attualmente l’inflazione è al 4.5%. Le previsioni di crescita dell’economia svedese indicano una crescita dello 0,3% nel 2024, rispetto a una contrazione dello 0,2% precedentemente prevista. Il tasso di crescita per il 2025 è stato mantenuto all’1,9%.