Sono giorni di previsioni per l’anno venturo, ormai alle porte. Di seguito leggiamo le attese di Pictet Asset management nel commento Mercati finanziari: cosa aspettarsi dal 2024 a cura di Fabrizio Santin, senior investment manager.
Le ultime settimane hanno registrato risultati positivi dalle Borse mondiali e hanno visto una discesa decisa dei rendimenti obbligazionari, che hanno trovato finalmente maggiore tranquillità dopo una fase autunnale complicata. Dai minimi di ottobre i principali listini azionari hanno guadagnato oltre 10 punti percentuali, mentre le obbligazioni hanno visto una marcata discesa dei rendimenti, dal 5 al 4,2% per il decennale Usa e dal 3 al 2,2% per il Bund tedesco. Il rally a cui abbiamo assistito a cavallo tra fine estate e autunno è stato un episodio di panico per i bond governativi e ha generato una fase di elevata correlazione positiva tra azioni e obbligazioni che sta ora rientrando. Quanto accaduto è comparabile, per intensità e rapidità del movimento, con quanto osservato nel corso dello scorso autunno o, addirittura, durante il Taper Tantrum del 2013.
La ripresa dei mercati finanziari è ascrivibile alle comunicazioni delle Banche centrali e ai dati macro. I banchieri centrali sembrano soddisfatti dal livello di normalizzazione dell’attività economica e dal rapido rientro dell’inflazione, soprattutto in Europa, e stanno iniziando a dare maggiore rilevanza alle condizioni finanziarie. Nelle ultime settimane i dati macroeconomici hanno cominciato a segnalare, anche negli Stati Uniti, un rallentamento dell’attività manifatturiera e della domanda sul fronte dei consumi. I mercati, come sempre, hanno anticipato il ciclo dei tagli dei tassi di interesse sia in Europa che negli Stati Uniti; scommettendo, in sostanza, contro il paradigma dell’higher for longer, traendo conforto da dati inflazionistici deboli. A nostro avviso, tale atteggiamento sembra nel complesso giusto ma tatticamente eccessivo per la profondità dell’allentamento incorporato.
Ciò detto, riteniamo che nel 2024 i portafogli debbano avere più rischio duration rispetto a quanto successo nel 2023, soprattutto alla luce di una crescita negli Stati Uniti e in Europa prevista sotto il potenziale, in particolare nella prima parte del 2024. I destini dei mercati azionari dipenderanno in larga parte dall’evoluzione degli utili societari, che secondo le stime degli analisti dovrebbero crescere di oltre 10 punti percentuali. Si tratta, a nostro avviso, di un’attesa ottimistica in assenza di una nuova accelerazione del ciclo. Le valutazioni azionarie non sono estreme, ma sposano uno scenario di atterraggio morbido dell’economia privo di margini d’errore. Il 2023 sta per concludersi con risultati complessivamente buoni per i mercati finanziari, frutto di una forza d’insieme delle economie sviluppate, nonostante politiche monetarie fortemente restrittive e i rischi geopolitici provenienti dai conflitti in Medio Oriente e Ucraina. L’aspetto positivo per i mercati è che la Fed è riuscita a mantenere la propria credibilità e che siamo sulla strada giusta per dichiarare vittoria sull’obiettivo di stabilità dei prezzi.
La conclusione della fase di repressione finanziaria ci consegna una nuova asset class: il mondo obbligazionario, uscito da più di un decennio di tassi a zero, o addirittura negativi, torna ad essere un elemento nuovamente cruciale per costruire e diversificare i portafogli degli investitori. Non appena le correlazioni saranno tornate un po’ più normali, gli investimenti diversificati, quali le strategie multi-asset, torneranno ad avere maggiore continuità. Per questo motivo crediamo che il 2024, con il rientro definitivo dell’inflazione nei Paesi sviluppati, potrà fornire il contesto adeguato.