Paul Jackson (Invesco): prudenza sui mercati, mancano segnali precisi

Paul Jackson, global head of asset allocation research di Invesco, ha presentato la sua visione globale per il terzo trimestre 2023, fornendo un’analisi sugli eventi macroeconomici e il loro impatto sul mondo degli investimenti e il mercato dei capitali.

Jackson ha chiamato la sua relazione A toe in the water (Un dito nell’acqua), figurando la situazione di quando si immerge un dito nell’acqua per tastare la situazione, perché siamo in un momento non ben definito.

In base alle analisi effettuate appare che l’economia globale sia in una fase di contrazione del ciclo economico. Si rileva infatti una decelerazione a livello mondiale, ma non è detto che questo porti necessariamente alla recessione. In un siffatto scenario, in genere, si favoriscono asset difensivi (anche se al momento i mercati stanno dando segnali contrastanti).

Si deve quindi fare attenzione a quando si avrà il passaggio alla fase di ripresa: influendo sulle performance delle diverse asset class, si dovrà cambiare la composizione del portafoglio diminuendo per esempio il peso dei titoli di Stato e aumentando quello delle azioni. Non è possibile però stabilire con precisione questo passaggio ed è quindi difficile scegliere dove e come investire.

Quali i motivi di queste aspettative?

La crescita globale sembra essere in declino. A tale conclusione si arriva osservando un rallentamento della crescita dell’offerta di moneta globale e una diminuzione della crescita delle esportazioni globali. Sul primo fattore pesa la politica monetaria della Fed, mentre la banca centrale cinese continua nella fase espansiva dell’offerta. Sul calo delle esportazioni, dopo una forte ripresa post pandemia Covip-19, si riflettono gli effetti del cambio della valuta di riferimento, il dollaro USA.

Altro elemento da considerare è poi un rallentamento della crescita dei profitti e conseguentemente degli investimenti, com’è confermato anche dalla contrazione degli utili delle società dell’S&P 500.

Questi fattori incidono negativamente sull’economia reale e infatti l’inflazione sta diminuendo. La diminuzione dovrebbe essere duratura fino a tornare al 2%, il che dovrebbe consentire un allentamento delle banche centrali, con un taglio dei tassi in Ue e USA nei prossimi 12 mesi.

Vediamo poi il settore immobiliare, che è rischioso ma sembra essere scontato, e le materie prime, i cui prezzi sono invece ritenuti troppo alti e pertanto dovrebbero diminuire, soprattutto se l’economia globale continua a rallentare.

Le proiezioni a 12 mesi suggeriscono che, nonostante la convinzione di essere in un regime di contrazione, i rendimenti più elevati saranno su alcuni degli asset più rischiosi. Il processo di ottimizzazione favorisce una combinazione di liquidità, investment grade, high yield e real estate.

Arrivando al modello di asset allocation proposto, prevale quindi una politica difensiva, con una prevalenza delle obbligazioni, un sovrappeso della componente cash, azioni in sottopeso e priva di materie prime. Il modello prevede però una sovraesposizione ai mercati emergenti.

Paul Jackson affronta inoltre l’interrogativo se l’intelligenza artificiale possa essere la prossima bolla azionaria. Essa ha molte delle caratteristiche che potrebbero scatenare comportamenti irrazionali, ma condizioni di credito ristrette potrebbero essere un problema (una facile offerta di credito è prevalente durante le bolle).