“La seconda ondata pandemica è tanto grave da giustificare il proseguimento di misure restrittive più severe. I dati già indicano che il deterioramento della fiducia va oltre i settori più esposti. Concentrarsi esclusivamente sul numero di casi per valutare la forza della seconda ondata della pandemia rispetto alla prima è probabilmente fuorviante, dato l’aumento della portata dei test. Tuttavia, l’elevato rapporto tra i casi positivi e il numero di test, così come il tasso di ricoveri in ospedale, suggeriscono che il virus continua a propagarsi in modo rapido, anche se in modo meno esplosivo rispetto a marzo e aprile. La tendenza verso misure più severe di contenimento della Covid continuerà, con un costo crescente per l’economia“. Ne è convinto Gilles Moëc, Capo Economista di Axa IM. Di seguito la sua visione delle scenario macroeconomico.
Il settore dei servizi e l’industria del turismo sono fortemente in sofferenza, ma ciò che desta maggiori preoccupazioni sono i segnali crescenti che tutti i settori sono ormai colpiti dall’impatto della pandemia. Assestarsi su “un’economia al 90%”, cioè con una contrazione decisa su scala sovranazionale e con grandi divergenze settoriali, non sarebbe un risultato vantaggioso. Considerate le inevitabili ripercussioni sul mercato del lavoro e l’industria finanziaria, la produzione aggregata diminuirebbe di più rispetto al contributo diretto derivante dai settori più esposti alla crisi.
Non sopravvalutare la capacità della Cina di rilanciare l’economia globale, le importazioni rimangono sottotono
Durante l’ultima recessione, i paesi sviluppati che dipendono dalle esportazioni avevano beneficiato della forte ripresa della Cina, trainata dagli stimoli. Un anno dopo il crollo dell’economia globale nel 2009, la domanda cinese ha contribuito per oltre due punti percentuali alla crescita complessiva delle esportazioni tedesche, incrementando il Pil dell’1%. Oggi non possiamo contare sul ripetersi di questo fenomeno.
Se da un lato le esportazioni cinesi hanno ripreso il ritmo pre-pandemia, con un incremento di quote di mercato in Europa, dall’altro il rimbalzo delle importazioni cinesi è stato molto meno pronunciato. A prescindere da chi vincerà le elezioni americane, Pechino rimarrà sotto la pressione della spinta verso una maggiore apertura al commercio estero, ma questo può essere fatto aumentando selettivamente le importazioni dagli Stati Uniti, secondo la logica dell’attuale accordo. Questo tuttavia potrebbe non essere vantaggioso per l’Europa.
La Bce si riunisce questa settimana: aspettatevi suggerimenti per una nuova misura a dicembre, ma niente di più per ora
L’outlook economico della Bce dello scorso settembre sembra troppo ottimistico. Non contiamo però su grandi annunci da parte di Christine Lagarde alla conferenza stampa di questa settimana. Continuiamo invece ad attenderci nuove misure accomodanti a dicembre, a cui Lagarde dovrebbe accennare in termini generici giovedì.
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