Nasce l’Eurospace Index. Ecco di cosa si tratta e come si compone

“Oltre alla tecnologia e alla cosiddetta green economy, un altro tema capace ultimamente di intercettare l’interesse del mercato e potrebbe innestarsi sul concetto di “MegaTrend” é quello aerospaziale. Curioso è, che dopo decenni, anche Trump abbia messo al centro del suo nuovo programma elettorale, la Nasa“. A farlo notare è Fabio Michettoni, laureato in ingegneria aerospaziale, socio Siat, partner di Volcharts e coautore della omonima piattaforma proprietaria per l’analisi volumetrica di supporto al trading e agli investimenti.

Il futuro sembra dunque mettere al centro dello sviluppo e dell’economia il settore aerospaziale, inteso non solo come esplorazione dello spazio in quanto tale, cioè dell’universo profondo, ma anche di creazione di soluzioni pratiche che pongono lo spazio come habitat per infrastrutture con impiego civile.

“In questo quadro — sostiene Michettoni – mi sono mosso, per estrazione accademica, cioè come ingegnere aerospaziale e come, da 32 anni, artigiano dei numeri applicati alla finanza per crare un indice azionario ad hoc: l’Europe Space Index“.

L’innovazione nel settore aerospaziale

E’ la parola d’ordine del settore aerospaziale. Il comparto è molto frammentato a seconda degli obiettivi e delle esigenze che si propone. Al suo interno si include ad esempio il settore aeronatico, che riguarda il volo e il trasporto delle persone all’interno dell’atmosfera.

L’equivoco

Sovente si confonde il settore aerospaziale con quello aeronautico. Laddove si parla di tecnologie relative all’aeronautica, all’avionica, alla costruzione di aerei civili per il trasporto su lunghe distanze e di velivoli militari. Ma lo spazio è poi tutto ciò che è fuori dal perimetro atmosferico.Ed è in quest’humus che vengono inclusi tutti i ritrovati della ricerca scientifica e tecnologica orientati all’esterno dell’atmosfera.

Questo sviluppo ad altissimo valore aggiunto è frutto, spesso, della collaborazione tra industria pubblica e privata. In diverse nazioni vengono messi in piedi programmi spaziali finanziati da denaro pubblico. L’aerospaziale è quindi un comparto a traino statale: si pensi infatti che numerose innovazioni sono state messe a punto in laboratori universitari.

L’iniziativa privata, per quanto minoritaria, è comunque presente con le cosiddette space-tech startup, che per raccogliere capitali tendono a ricorrere ai fondi di private equity e non alla quotazione sul mercato finanziario. Vi sono poi quelle aziende già quotate, specie quelle operanti nell’aeronautico USA, che decidono di investire parte delle loro risorse per la ricerca e produzione aerospaziale o acquisendo realtà più piccole ma estremamente attive nell’aerospazio.

Sul fronte dello sviluppo di tecnologie spaziali, l’Italia è tra i Paesi leader nel mondo in termini di know-how,ma non per le dimensioni delle sue aziende, piuttosto ridotte anche per numero.

” Partendo da questi presupposti e sfruttando le mie conoscenze – spiega Michettoni – ho voluto mettere a punto quello che potrebbe considerarsi come il primo indice europeo sul settore aerospaziale puro. Per la costruzione del paniere mi sono basato sulle società del comparto quotate nel Vecchio Continente selezionate sulla base dei loro modelli di business, che devono essere ad alto contenuto tecnologico, futuribili, realizzabili e che diano risultati in termini finanziari, ma soprattutto, abbiano un business rivolto al aerospazio, senza coinvolgimenti preavalenti nel settore difesa. Va sottolineato che tutti gli indici strutturati per questo settore ricomprendono inevitabilmente il settore aeronautico e difesa in misura piuttosto pesante”.

L’indice è composto da aziende che, in prima battuta, presentano salti di capitalizzazione molto elevati. Dei 23 titoli che compongono il listino, il primo capitalizza oltre 40 miliardi di euro, mentre l’ultimo qualche milione.

Per ovviare a questi problemi sono stati posti dei livelli di capping, ponendo un tetto del 15% ai componenti. Qualora questi titoli dovessero avere un andamento molto positivo, questo non viene preso nella sua totalità, ma ne viene estrapolata una parte e “spalmata” pro quota, tra tutti i componenti del paniere al di sotto del limite del 15%.

In questo modo si riduce il gap di capitalizzazione, distribuendo inoltre in maniera ponderata il rendimento eccedente la soglia limite. Grazie a questi aggiustamenti l’indice risulta più stabile e può essere utilizzato come sottostante per la costruzione di strumenti strutturati. Negli ultimi due mesi, sebbene il paniere abbia un andamento negativo, questo ha performato meglio rispetto al benchmark individuato nell’EuroStoxx 50.

L’Eurospace index

Metodologia di calcolo: cap-value weighted Un indice ponderato per la capitalizzazione o “market cap-weighted” è un indice di borsa i cui componenti sono ponderati in base al valore di mercato totale delle loro azioni in circolazione. Ogni giorno il prezzo di un singolo titolo cambia e quindi cambia il valore di un indice azionario.

Come e’ calcolato l’Eurospace index? Per calcolare il valore di Eurospace Index è stata sommata la capitalizzazione di mercato di ciascuna società componente il paniere e successivamente divisa per un divisore (DIVISOR) impostato inizialmente per rendere l’indice un numero “rotondo”. Sono peraltro ricompresi nel paniere titoli europei denominato in valuta diversa dall’Euro

Quali indici azionari mondiali sono di tipo “market cap”? La maggior parte degli indici di borsa sono indici ponderati in base al MARKET CAP, l’indice Standard and Poor’s (S&P) 500, il Wilshire 5000 Total Market Index (TMWX) e il Nasdaq Composite Index (IXIC).

Il paniere Eurospace Index

Aurbus, Safran, Thales, Leonardo, Meggitt, Ultra Electronics Holdings, Hensoldt, Montana Tech Components, Chemring Group, Lisi, Obh, Avio, Senior, Mynaric, Facc, Eca, Cs Group, Officina Stellare, Nse, Aac Clyde Space, Danish Aerospace Company, Velocity Composites e Soditech.

L’articolo Nasce l’Eurospace Index. Ecco di cosa si tratta e come si compone proviene da Finanza Operativa.