Mercati emergenti: il cambio di strategia della Cina

“Da quando nel 1978 ha avviato le riforme economiche e aperto i suoi mercati, la Cina ha goduto di un periodo prolungato di crescita straordinaria. Nei primi anni della seconda decade del nuovo millennio è emerso un trend ben evidente: la crescita del Paese ha raggiunto il suo picco e ha iniziato a diminuire. L’attenzione adesso si sposta sul punto di arrivo di questa traiettoria e sulle potenzialità della Cina di mantenere la sua ascesa con un tasso di crescita più sostenibile”. A farlo notare sono Vincent Mortier, Group Chief Investment Officer di Amundi, e Monica Defend, , Head of Amundi Investment Institute, che di seguito illustrano nel dettaglio la loro view sull’argomento. 

Questo rallentamento è di natura strutturale, spinto da una brusca correzione del settore immobiliare avvenuta alla fine del 2021 e ancora in corso. Nel 2024 prevediamo che i prezzi delle abitazioni nelle principali città registreranno un calo più rapido, in particolare con l’aumento dell’offerta di case a prezzi accessibili. Il difficile processo di riequilibrio dall’eccessiva dipendenza dal settore immobiliare, unito all’avvio della ristrutturazione del debito da parte del governo locale, dovrebbe esercitare nei prossimi tre-cinque anni una pressione al ribasso sulla crescita cinese.

Tuttavia, non è tutto rose e fiori. La questione non è se la crescita rallenterà ulteriormente, ma se la Cina potrà navigare verso un futuro sostenibile. Oltre al settore immobiliare, l’inarrestabile crescita del debito e l’insufficienza degli investimenti rappresentano una motivazione per generare future fonti di crescita. La produttività è al centro del nuovo modello di crescita, con una rinnovata attenzione alla tecnologia e alla transizione energetica. Tuttavia, Pechino deve mitigare la difficoltà della transizione e dare nuovo impulso alle riforme.

Dal punto di vista degli investimenti, il passaggio a un modello di crescita più sostenibile presenta opportunità nel lungo periodo per gli asset cinesi, ma richiede anche una maggiore selettività nel breve termine per far fronte al rallentamento economico.

  • Azioni: manteniamo la nostra view positiva nel lungo periodo poiché consideriamo l’azionario cinese una componente core di una asset allocation strategica, ma siamo sempre più selettivi con un orientamento neutrale nel breve periodo a causa dell’indebolimento del settore immobiliare, sul quale siamo negativi (in particolare per quanto riguarda gli sviluppatori). Comunque, le valutazioni sono attraenti e il rapporto rischio/rendimento sul lungo periodo appare interessante (soprattutto per il mercato domestico) anche tenendo conto di un’altra ondata di revisioni al ribasso degli utili nel 2024, poiché le aspettative di consenso sugli utili sono ancora troppo elevate. In termini di allocazione settoriale, privilegiamo le azioni di qualità in settori resilienti e le società in grado di guadagnare quote di mercato e che operano in tecnologie chiave.
  • Obbligazioni: manteniamo una visione cauta sulle obbligazioni corporate cinesi. La riduzione della leva finanziaria attualmente in corso porterà ad una maggiore differenziazione nella qualità del credito. Per quanto riguarda le obbligazioni sovrane, riteniamo che i titoli di Stato cinesi (CGB) offrano opportunità di diversificazione per gli investitori globali. In previsione di una politica monetaria sempre accomodante e di un tasso neutrale in calo, i rendimenti dei CGB rimarranno costantemente bassi.
  • Valuta: il pivot della Fed e le scelte di politica monetaria della Banca Popolare Cinese (PBoC) sono i fattori determinanti per le prospettive del renminbi nel 2024. Ci aspettiamo un lieve apprezzamento della valuta nei confronti del dollaro, in un contesto di riduzione delle divergenze tra le politiche monetarie sui tassi. In un orizzonte più lungo, il renminbi sarà sempre più utilizzato come valuta di regolamento negli scambi commerciali. L’ulteriore globalizzazione del renminbi si baserà sulle sue funzioni di finanziamento e investimento, dove la liberalizzazione finanziaria e l’integrazione globale della Cina svolgeranno un ruolo essenziale.