Mediobanca, si volta pagina. E statuto

Mediobanca vuole cambiare pagina. E lo fa modificando il proprio statuto, come scrive Il Sole 24 Ore, togliendo l’obbligo della presenza dei manager nel board e aprendo a una maggiore presenza delle minoranze. Le modifiche sono state approvate ieri dall’assemblea dell’istituto di Piazzetta Cuccia, con il voto favorevole della Delfin di Leonardo Del Vecchio, lo stesso che aveva avanzato le proposte di modifica dello statuto. Sulle minoranze invece ha prevalso la linea di Mediobanca che aveva deciso di modificare la richiesta in tal senso.

La maggior parte dei punti (bilancio, dividendo, buyback e modifiche alla governance) è stata approvata sostanzialmente all’unanimità, mentre le politiche di remunerazione hanno ottenuto il voto favorevole del 70,4% del capitale presente. Il voto contrario alle politiche di remunerazione è di Delfin che continua dunque a mandare segnali al management, pur confermando sostegno alla gestione di Piazzetta Cuccia. Dai numeri dell’assemblea emerge che Francesco Gaetano Caltagirone, presente con il 3% del capitale, ha votato a favore di tutti i punti all’ordine del giorno.

Inoltre, è stato introdotto poi il quoziente del 20% minimo per la presenza di consiglieri di minoranza nel consiglio e abbassata dal 5% al 2% la soglia minima per poter presentare una lista di candidati al board. Queste ultime due sono le proposte portate in assemblea dal consiglio di Mediobanca, dopo che Delfin aveva chiesto di introdurre nello Statuto la previsione di 3 o 4 membri indipendentemente dal numero totale di consiglieri.

Resta a verbale il voto contrario di Delfin alla politica di remunerazione e incentivazione del gruppo e all’informativa sui compensi corrisposti nell’esercizio 2020-2021 e l’astensione sulla concessione di polizze assicurative contro le responsabilità per i componenti dei consigli delle controllate, ritenute da Del Vecchio un benefit. Per il resto l’assemblea si è svolta senza strappi e il ceo di Mediobanca, Alberto Nagel ha incassato insieme al via libera degli azionisti al bilancio e alla distribuzione del dividendo da 0,66 centesimi ad azione, anche la fiducia del mercato che all’indomani della presentazione dei conti.