Investimenti, Giappone: outlook positivo ma occhi puntati sulla BoJ

Solo un anno fa, in pochi avrebbero previsto che il Giappone avrebbe registrato il tipo di rinascita che sta vivendo attualmente. Le incoraggianti prospettive di crescita e la nascente pressione inflazionistica sono in netto contrasto con la stagnazione economica che ha caratterizzato gran parte degli ultimi 30 anni. Tale rinascita è stata incoraggiata dalla diversa politica monetaria del Giappone. Allo stesso tempo, la debolezza della valuta sta sostenendo i mercati azionari al rialzo, mentre le autorità continuano a dare priorità alla riforma del mercato, con l’obiettivo di rendere il Giappone una destinazione più competitiva e attraente per gli investimenti stranieri.

“Questo scenario lascia presagire prospettive positive per il Giappone nel 2024, con un potenziale passaggio a una politica più restrittiva che rappresenta, forse, il principale rischio”, fa notare Aadish Kumar, International Economist di T. Rowe Price, che di seguito spiega nei particolari la view.

Macro: Giappone su una traiettoria positiva

Dal punto di vista economico, il Giappone si è ripreso molto più lentamente di altre grandi economie dopo le chiusure legate al Covid. La crescita economica reale è robusta e le prospettive sono incoraggianti, mentre le aspettative del consenso indicano una maggiore dinamica di crescita nel 2024, verso la fascia alta degli ultimi 10 anni. Di contro, si prevede che, nel 2024, la crescita nella maggior parte delle altre principali economie si attesti attorno alla fascia bassa dell’ultimo decennio. Una differenza fondamentale tra il Giappone e gli altri importanti mercati è che il Paese non è alle prese con un contesto d’inasprimento delle condizioni finanziarie, grazie alla più lenta ripresa post-pandemica e a pressioni inflazionistiche più deboli. Inoltre, anche la politica fiscale resta di supporto.

Inflazione: i dati sono incoraggianti, ma quanto dureranno?

Dopo decenni di inflazione debole, gli shock sul fronte dell’offerta, la politica monetaria accomodante e le condizioni rigide sul mercato del lavoro hanno stimolato l’inflazione. I segnali sono positivi, ma occorrono ulteriori prove per convincere la Bank of Japan (BoJ) del fatto che si tratti di un fenomeno durevole. 

Mercato del lavoro: l’irrigidimento fa ben sperare

Uno dei principali fattori di influenza sulle prospettive inflazionistiche a più lungo termine del Giappone è il mercato del lavoro. Negli ultimi anni, quest’ultimo si è irrigidito, e i livelli di disoccupazione si aggirano attualmente sui minimi di lungo periodo. Alcuni settori continuano a registrare carenze di professionisti, il che suggerisce che il quadro caratterizzato da un irrigidimento potrebbe proseguire anche entrando nel 2024. Nell’aprile 2023, le trattative salariali annuali hanno assicurato un aumento salariale complessivo del 3,6% per i lavoratori e un incremento del 2,1% della retribuzione di base (il rialzo più alto dal 1992). L’ipotesi di un salario più alto e il rallentamento dell’inflazione favoriranno gli aumenti dei redditi reali e sosterranno la dinamica di crescita.

Non si può sottovalutare l’importanza dell’inflazione salariale, che costituisce l’obiettivo principale per le decisioni in materia di politica monetaria della BoJ. Dalla crescita dei salari a cui stiamo assistendo in Giappone si evince che il comportamento delle aziende nella definizione dei salari sta cambiando, il che indica che un’inflazione più elevata può persistere, ma rimarrà al di sotto del target del 2%.

Politica monetaria: il Giappone resterà accomodante?

Non sussiste per la BOJ un’urgenza immediata di modificare la sua posizione accomodante, ma il nostro scenario di base prevede che la banca centrale porrà fine all’attuale politica nell’aprile 2024, in concomitanza con le trattative salariali annuali. Questo è anche il momento in cui la BoJ includerà l’anno fiscale 2026 nelle sue previsioni.

L’altra decisione chiave che la Bank of Japan deve assumere è quando – e come – eliminare la politica di controllo della curva dei rendimenti. La politica si sta già gradualmente attenuando, a fronte dell’allentamento dei parametri per il limite di rendimento a 10 anni, fino alla relativa irrilevanza. Ciò è altresì emerso quando la BoJ ha recentemente allentato il limite di rendimento, portandolo da un rigido 1% a un tasso di “riferimento” più flessibile.

Valute: fino a quale livello può scendere lo yen?

Il deciso calo del valore dello yen rispetto al dollaro statunitense è stato al centro dell’attenzione in Giappone per più di un anno e ha influenzato in modo determinante i solidi rendimenti sul mercato azionario nipponico. Attualmente attorno ai minimi di molti decenni, la debolezza valutaria ha sostenuto in modo particolare l’indice TOPIX, che aggrega molti titoli di aziende esportatrici. A beneficiare della loro maggiore competitività sono stati soprattutto i produttori e le grandi multinazionali dell’auto. Ciò ha anche determinato una spinta del mercato da parte delle società value, che hanno sovraperformato in modo significativo le loro controparti growth. Tuttavia, se, a un certo punto, dovessimo assistere a un calo dei tassi d’interesse globali e a un rafforzamento dello yen, si presenterebbe un contesto particolarmente favorevole per le società growth.

Governance: privilegiare efficienza del capitale e rendimenti per gli azionisti

Chi investe in Giappone non dovrebbe trascurare la riforma della corporate governance in corso. Questi sforzi stanno producendo cambiamenti significativi, che probabilmente influenzeranno i rendimenti azionari a lungo termine più della politica monetaria del Paese. Di recente, le autorità giapponesi hanno raddoppiato le misure di riforma, focalizzandosi sul problema profondo dell’inefficienza del capitale tra le società nipponiche.

Conclusioni

In sintesi, le prospettive per il Giappone sono incoraggianti, a fronte di aspettative di crescita economica robusta e di miglioramento dell’inflazione, che mostra segni di sostenibilità. Lo stato di salute dell’economia globale rimane un fattore importante in questo giudizio positivo, mentre la politica accomodante e la debolezza valutaria rappresentano altri elementi fondamentali di sostegno. Un eventuale inasprimento della politica monetaria attraverso un rialzo dei tassi d’interesse rappresenta un rischio chiave per le prospettive. Poiché la BoJ non vorrà rischiare di vanificare tutto il buon lavoro svolto finora, riteniamo che rimarrà conciliante nella sua comunicazione, mantenendo una politica accomodante.

Sul fronte di mercato, ci sono ancora molte opportunità per generare valore. Il miglioramento della redditività del capitale dovrebbe far sì che le imprese giapponesi diventino più competitive rispetto ai peer globali e che attraggano una quota crescente di investimenti di capitale straniero.