Investimenti, Giappone: la view di RBC Global AM

Il Giappone si trova in un momento cruciale su più fronti. Ecco perchè in base alla view di Eric Lascelles, Chief Economist di RBC Global AM.

Il tasso di inflazione è salito ben oltre il target del Paese. Tuttavia, a differenza di quasi tutti gli altri Paesi, questo dato è ancora visto in modo positivo, vista la lunga lotta di Tokyo per sostenere un’inflazione positiva.

La Bank of Japan è contemporaneamente alle prese con le distorsioni del suo mercato obbligazionario sovrano. A causa del forte intervento della banca centrale– oggi possiede la metà dell’intero stock di obbligazioni sovrane del Paese – il mercato è altamente illiquido. Inoltre, la curva dei rendimenti è distorta dall’acquisto concentrato dei titoli a 10 anni da parte della BoJ, che ha creato una spaccatura in quel punto della curva.

La BoJ ha già ampliato una volta il range del suo target per il rendimento dei titoli di Stato a dieci anni ed è sempre più probabile che debba farlo di nuovo, dato che i suoi sforzi non hanno ancora alleviato le pressioni del mercato né risolto i problemi di liquidità.

L’intero framework di controllo della curva dei rendimenti potrebbe essere abbandonato del tutto, a seconda di chi sarà nominato a sostituire il governatore uscente della Bank of Japan Kuroda, il cui mandato scade ad aprile.

La prospettiva di un ulteriore aumento dei rendimenti dei titoli sovrani è di enorme importanza per il Giappone. Il Paese ha il più grande carico di debito sovrano al mondo rispetto alle dimensioni del suo motore economico, pari a circa il 260% del PIL. Circa l’8% del bilancio nazionale viene speso per il pagamento degli interessi, che aumentano sensibilmente per ogni incremento di 25 punti base dei costi di finanziamento. Una stima sostiene che ogni aumento di questo tipo pesi per un ulteriore 10% sul bilancio del governo.

Naturalmente, metà di questo debito è detenuto dalla banca centrale, che riporta i suoi profitti (compresi i guadagni da interessi) al governo. Ma la stessa BoJ subisce perdite massicce su queste partecipazioni quando i rendimenti aumentano. Queste perdite rimangono sulla carta se la banca centrale detiene le obbligazioni fino alla scadenza, ma se è costretta a iniziare a ridurre i suoi acquisti, queste perdite possono diventare reali, con conseguenze per le finanze pubbliche.

Le banche giapponesi detengono 1.100 miliardi di dollari di debito sovrano giapponese e sono destinate a perdere ingenti somme di denaro con l’aumento dei rendimenti (e il conseguente calo dei prezzi delle obbligazioni).

Anche i flussi internazionali potrebbero risentirne in modo significativo. Il Giappone ha più di 2.000 miliardi di dollari di investimenti all’estero, di cui circa la metà sono obbligazioni sovrane statunitensi. Via via che i tassi di interesse diventano più interessanti in Giappone, parte di questo capitale ritorna in madrepatria, aumentando i costi di prestito altrove e riducendo l’offerta di capitale internazionale.

È sufficiente dire che ci sono molte forze in movimento. Nel migliore dei casi, il Giappone riuscirà a sostenere un’inflazione leggermente positiva, sfuggendo alle catene dei tassi negativi e del suo sistema di controllo della curva dei rendimenti. Nel peggiore dei casi, con l’aumento dei rendimenti sorgeranno significativi problemi fiscali e finanziari. Nello scenario più probabile, il Giappone continuerà a tirare avanti in qualche modo.