“Misure di isolamento più severe sono state reintrodotte in tutta Europa, tra cui Germania, Francia, Grecia, Belgio, Italia, Spagna e, più di recente, Regno Unito. Una differenza fondamentale questa volta è che ogni paese ha aggiunto la propria variazione alle attività che devono essere limitate per contenere il virus. Anche se lo scenario attuale è meno favorevole per l’economia europea, si può considerare che l’impatto sia meno grave rispetto al primo blocco globale. Vediamo già che le imprese sono meglio equipaggiate per la seconda ondata. In alcuni casi, molte aziende hanno ampliato la loro presenza online, poiché i clienti hanno modificato il loro comportamento aumentando il numero di acquisti in rete durante la crisi. Il settore dei viaggi e dell’ospitalità sarà probabilmente ancora una volta quello che ne risentirà di più, mentre altri ne beneficeranno o otterranno un maggiore sostegno. In questo contesto, la Banca Centrale Europea e la potenza di fuoco dell’Unione Europea per sostenere gli Stati membri dell’Ue durante questa crisi sembrano non essere fonte di preoccupazione per il mercato”. Lo afferma Lidia Treiber, Director, Research di WisdomTree. Di seguito la sua analisi delle prospettive di eurobond e titoli di Stato europei.
I mercati dei titoli di Stato reagiscono
Germania: la “lunga fine” della curva dei rendimenti dei Bund tedeschi, che può fornire un quadro delle aspettative di crescita degli investitori, è scesa con livelli di rendimento a 30 anni che sono calata da -0,16% il 25 novembre a -0,22% alla fine della settimana, riflettendo le preoccupazioni degli investitori sulla futura crescita economica derivante dalle nuove misure di lockdown.
Italia: mentre i rendimenti dei titoli di Stato italiani sono saliti con il primo lockdown, per ora essi rimangono contenuti, con i rendimenti a 30 anni che sono scesi dall’1,67% all’1,59% per lo stesso periodo.
Spagna: anche i rendimenti delle obbligazioni sovrane spagnole sono rimasti contenuti, con rendimenti in generale in calo lungo la curva.
I titoli di Stato europei periferici rimangono sostenuti dalle ampie misure di stimolo in atto. Tra queste vi sono il Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (Pepp), con una dotazione di 1,35 trilioni di euro, e la nuova emissione di obbligazioni dell’Unione Europea in ottobre nell’ambito del programma Sure, che segnala forti segnali di sostegno agli Stati membri dell’Ue.
Come ha reagito il mercato alla nuova emissione di obbligazioni europee per affrontare la crisi sanitaria
Alla fine di ottobre 2020, gli investitori hanno acquistato i primi social bond dell’Ue con lo strumento Sure nei mercati primari. L ‘operazione consisteva in due obbligazioni, con un nozionale di 10 miliardi di euro da rimborsare nell’ottobre 2030 e 7 miliardi di euro da rimborsare nel 2040. L’interesse degli investitori per questo strumento con un rating elevato è stato molto forte e le obbligazioni sono state sottoscritte in eccesso di oltre 13 volte, con conseguenti condizioni di prezzo favorevoli. Questa transazione segna il record per l’importo più alto emesso in euro da un istituto sovranazionale e si classifica come la più grande transazione “sociale” mai stampata. Si è notato che 578 investitori hanno partecipato alla tranche decennale e 514 investitori alla tranche ventennale.
Per gli investitori, le obbligazioni dell’Ue emesse nell’ambito del programma Sure sono una dichiarazione coraggiosa dell’Unione Europea, che mette in evidenza un’Europa più unificata nel mezzo dell’attuale crisi. Nell’ambito del programma Sure, gli Stati membri accettano di aiutarsi a vicenda attraverso l’Unione, rendendo disponibile l’assistenza finanziaria attraverso prestiti: 87,9 miliardi di euro di sostegno finanziario a 17 Stati membri sono già stati approvati con le obbligazioni Ue emesse nell’ottobre 2020 per contribuire a finanziare il programma Sure, che ha ora permesso di erogare fondi a Italia, Spagna e Polonia.
Il mercato prevede inoltre l’approvazione finale di 750 miliardi di euro di obbligazioni Ue per finanziare il recovery fund, che fornirà un ulteriore sostegno agli Stati membri dell’Ue nel contesto della crisi da Covid-19. Oltre alla crescita dei rendimenti che le obbligazioni Ue offrono rispetto alle obbligazioni sovrane tedesche, esse indicano anche un percorso verso un’Europa più unificata in tempi di crisi che non sempre abbiamo visto in passato. Con la ripresa dell’emissione di obbligazioni Ue nel 2021, è probabile che vedremo una maggiore domanda da parte degli investitori, dato che l’emissione di obbligazioni sovrane e sovranazionali europee trova sempre più spazio all’interno dei portafogli degli investitori che cercano di creare resilienza in un futuro incerto.
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