Due gli obiettivi del decreto Ristori bis: ampliare la platea di beneficiari dimenticati dall’elenco dei codici ATECO del primo decreto Ristori e ancorare il meccanismo degli aiuti rispetto alle mutevoli restrizioni conseguenti alle classificazioni delle singole Regioni, rispetto alle fasce di rischio, in gialle, arancioni e rosse. Meccanismo che cela più di un’insidia: deve, infatti, simultaneamente prendere in considerazione coefficienti di ristoro, per le restrizioni che agiscono sulle attività imprenditoriali in modo omogeneo a livello nazionale a cui dovranno aggiungersi ulteriori “integrazioni” graduate in rapporto all’evoluzione epidemiologica a livello locale. E con difficoltà pratiche di calcolo perché rischia di accavallare istanze (su base mensile) che potrebbero incrociarsi, incoerentemente, con domande afferenti lo stesso soggetto.