Dopo un 2022 da dimenticare, il 2023 è stato un anno di ripresa per il mondo cripto, in cui il Bitcoin e le principali criptovalute sono riuscite a risollevarsi (e di molto) dai minimi toccati lo scorso anno.
Se per qualcuno questo rimbalzo può sembrare sorprendente, gli analisti di 21Shares hanno sempre sostenuto che gli asset digitali e, soprattutto, la tecnologia blockchain, siano qui per restare, in quanto sorretti da trend solidi e da dinamiche di mercato che prima o poi avvicineranno anche gli investitori più scettici.
In questo scenario, ecco di seguito la view di Adrian Fritz, Head of Research di 21Shares.
Per avere un esempio pratico, basta osservare come si sono ampliati i casi d’uso del Bitcoin stesso, che è andato oltre il suo ruolo di riserva di valore digitale per abbracciare soluzioni di scalabilità del network e di lancio di nuove app.
Vista la crescita che questa valuta digitale ha registrato negli ultimi 12 mesi, non si può non pensare che altri utenti vi entreranno e che quello osservato nel 2023 sarà solo l’inizio di un processo di consolidamento per la finanza decentralizzata che si espanderà anche ai mercati non finanziari; uno su tutti, la conservazione e preservazione di file.
Oltre all’ingresso in nuovi mercati, altri trend che sono esplosi e che continueranno anche nei prossimi anni sono la tokenizzazione, guidata da Ethereum, ma che si è espansa anche ad asset della finanza tradizionale e che riteniamo continuerà in questa direzione, soprattutto se i tassi d’interesse si manterranno alti; lo sviluppo di soluzioni di comunicazione e di interoperabilità tra blockchain, come il protocollo Cross-Chain Transfer di Circle che ha trasferito USDC per un valore di 330 milioni di dollari, e l’ingresso di giganti della finanza tradizionale come Swift, BNP Paribas, ANZ Bank e Vodafone.
Dopo questa descrizione, appare evidente come gli asset digitali abbiano veramente le potenzialità di modificare profondamente il mercato, rappresentando una grande opportunità di investimento, a cui, come sempre, sono però associati anche dei rischi.
Nel caso del Bitcoin che aumenta i suoi casi d’uso, possiamo immaginare che ciò porterà a una maggiore domanda di “spazio” per nuovi blocchi e, di conseguenza, a commissioni sulle transazioni maggiori. Queste a loro volta renderanno l’attività di mining più remunerativa e sostenibile. Tuttavia, se questo trend sembra interessare solo gli addetti ai lavori, la tokenizzazione ha una portata molto più ampia, che interessa non solo Ethereum, ma tutti i player attivi nello sviluppo di applicazioni per il Web3. Infatti, questa tendenza che si è venuta a creare potrebbe portare nei confini della finanza decentralizzata asset anche poco correlati tra loro come commodity e crediti privati, dando la possibilità di differenziare maggiormente, aumentando la capacità di attrarre investitori maturi e molto meno propensi a decisioni speculative e rendendo il mercato molto meno esposto a shock endogeni.
Infine, la comunicazione e l’interoperabilità tra blockchain permette di aggirare delle barriere insuperabili per chi opera con soluzioni Web2, facendo significativi passi avanti nella creazione di un ecosistema davvero integrato, aumentando i flussi di liquidità, l’efficienza e un maggior numero di soluzioni per un maggior numero di utenti.
Come accennato in precedenza, esporsi a queste dinamiche oggi, quando la grande parte dello sviluppo deve ancora essere realizzata, può essere molto remunerativo, ma anche molto rischioso. Per questo motivo, noi di 21Shares spingiamo molto affinché si applichi una “due diligence” seria, in quanto informarsi sui background di società, piattaforme, custodi, etc. presto non sarà più sufficiente. Piuttosto, è importante iniziare ad osservare i parametri “on-chain”; un esempio è monitorare le nuove iscrizioni a Ordinals le commissioni sulle transazioni che questo ha generato. In questo modo sarà possibile valutare la sostenibilità delle entrate dei miner e l’andamento dell’adozione di Bitcoin come piattaforma software per servizi e non solo come riserva di valore.