CleanBnB, il Covid19 annichilisce i risultati semestrali

CleanBnB, ha chiuso il primo semestre 2020, con ricavi in calo del 34% a 864 mila euro ed una perdita netta risalita a 1,28 milioni causa misure restrittive e lockdown. Eventi connessi e conseguenti al Covid-19 ma anche ai costi di sviluppo programmati in fase di Ipo. Scenario a seguito del quale il management afferma che “gli obiettivi indicati in sede di Ipo per il 2020 non sono più conseguibili, mentre l’incertezza connessa al perdurare dell’emergenza non consente di formulare previsioni sull’evoluzione del futuro”. Ecco di seguito l’analisi fondamentale su CleanBnB elaborata da Market Insight.

        1. Modello di Business
        2. Conto Economico
        3. Stato Patrimoniale
        4. Ratio
        5. Outlook
        6. Borsa

Modello di Business

Il gruppo CleanBnB è attivo nel settore hospitality come operatore di property management, per conto degli host titolari di immobili, per affitti brevi di appartamenti e case vacanze in Italia (durata non superiore ai 30 giorni). Tramite una piattaforma integrata con i maggiori canali online di prenotazione (quali Booking, Expedia, Tripadvisor), il gruppo facilita i proprietari di case a mettere a reddito il proprio immobile, individuando i punti di forza per una maggiore visibilità online. A fine agosto 2020 il patrimonio immobiliare gestito è costituito da 1.084 unità distribuite su quasi 60 località.

L’offerta è articolata in due differenti pacchetti che hanno contenuti differenziati, per cui i servizi offerti possono riguardare solo una o entrambe le fasi:

Il Pacchetto Base: prevede la pubblicizzazione dell’appartamento, la creazione dell’annuncio e la gestione del pagamento, mentre il cliente svolge la fase operativa (accoglienza, assistenza sul luogo, pulizia, gestione amministrativa dell’immobile). Questo pacchetto, offerto in Italia, è generalmente scelto da operatori professionali nel settore del turismo, in particolare ad agenzie turistiche, che necessitano di un supporto specializzato per offrire i propri servizi online. La commissione di servizio prevista è pari a circa il 13-15% del corrispettivo pagato all’host.

Il Pacchetto Full: oltre ai servizi compresi nel pacchetto base, comprende l’accoglienza e assistenza attiva del cliente per l’intera durata del soggiorno, servizi di pulizia e cambio biancheria e il checkout. Il proprietario è dunque libero da ogni compito. La commissione di servizio prevista è pertanto maggiore e pari a circa il 25-30% del corrispettivo, oltre a una commissione per le attività di pulizia dell’immobile (cleaning fee).

Conto Economico

Nella prima metà del 2020 le attività del gruppo sono state fortemente condizionate dall’emergenza connessa alla pandemia da Covid-19, che ha comportato una riduzione dei flussi di viaggiatori e, di conseguenza, anche dei soggiorni nelle strutture gestite da CleanBnB, soprattutto a partire da marzo e fino alla fine del semestre.

Questo ha determinato in una contrazione del volume d’affari (commissioni di gestione fatturate ai proprietari degli immobili) sceso a 864 mila euro (-34% sul 30/6/19), con un numero di soggiorni gestiti diminuito a 6.289, in flessione del 41,5% rispetto ai 10.739 dello stesso periodo 2019. L’ammontare totale dei gross bookings (incassi transati) è stato pari a 2,1 milioni.

La marginalità del periodo ha inoltre risentito dei costi di sviluppo già programmati in fase di Ipo finalizzati alla crescita e sostenuti soprattutto nel primo trimestre. In questa situazione il management ha avviato azioni volte al contenimento dei costi e modificato le politiche tariffarie e di cancellazione, rese più flessibili, estendendo inoltre la durata media dei soggiorni e utilizzando nuovi canali di prenotazione, in modo da intercettare maggiori flussi di viaggiatori.

Permane infatti negativo e in peggioramento sia l’Ebit a 1,3 milioni (340 mila a fine giugno 2019), sia il deficit finale a 1,3 milioni, rispetto a 294 mila euro di un anno prima.

Analogo andamento ha caratterizzato il 2019 chiuso con ricavi consolidati balzati a 3,3 milioni (+142%), superiori alle previsioni del piano industriale (+19%). L’aumento del volume d’affari, non è stato replicato a livello Ebitda il cui deficit è salito a 1,3 milioni, rispetto ai 0,4 milioni del 2018, peraltro in linea con le aspettative del piano. Un andamento riconducibile all’attività di sviluppo e consolidamento di una parte considerevole di risorse aziendali, nonché di alcune componenti non ricorrenti relative all’avvio delle operazioni in nuove città e all’impiego di risorse legate al processo di quotazione in Borsa. Il conto economico chiude con perdita salita a 1,5 milioni (perdita di 0,3 milioni nel 2018).

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