Asset allocation: risk-on da record e acquisti sui titoli difensivi

Scrivere il mio approfondimento mensile dopo quanto accaduto nelle ultime quattro settimane risulta particolarmente bizzarro  considerando che marzo ha  visto in pratica la prosecuzione delle stesse dinamiche di mercato di febbraio con gli indici azionari  americani che hanno ritoccato nuovi massimi storici.

In particolare, lo  Standard & Poor’s 500 ha superato ogni record per quanto riguarda la durata della sua serie positiva tanto che un movimento di tale estensione è avvenuto soltanto nell’1 % della sua statistica ormai quasi centennale.

Quasi trenta punti percentuali di guadagno in poco meno di cinque mesi.

A coloro che nello stesso periodo fossero stati su Marte dico subito che la FED non ha cominciato a tagliare i tassi a marzo anzi, benchè Powell nell’ultima riunione abbia  detto che probabilmente verranno confermati tre sforbiciate nel corso del 2024, sempre che  l’inflazione non dia nuovi colpi di coda, negli ultimi giorni alcuni membri FED   si sono mostrati scettici e persini dubbiosi se iniziare a tagliare a giugno.

E se i nostri ipotetici marziani  pensassero che  tale rally sia imputabile al miglioramento della situazione geopolitica mondiale li inviterei a guardare subito qualche telegiornale .

Ma allora cosa sostiene l’azionario a stelle e strisce ?

Sicuramente l’ottima salute dell’economia americana,  con un mercato del lavoro pimpante, anche se  il Russell 2000 che rappresenta il settore della piccola media impresa è rimasto parecchio  indietro rispetto agli indici principali.

A mio modo di vedere esiste ancora una liquidità enorme sui mercati finanziari che continua ad essere investita passivamente sugli indici principali creando un circolo virtuoso che si autoalimenta.

Inoltre, a supporto di questo scenario ottimistico, si sta creando una nuova narrativa presso gli investitori internazionali ovvero che l’economia americana, già leader nel settore manifatturiero, avrà un enorme vantaggio competitivo anche dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale  andando ad ottimizzare tutti i settori produttivi.

Una cosa è certa: l’appetito per il rischio in questo momento è a livelli molto alti (come emerso dalla ricerca di Bank of America tra i gestori di fondi globali. Il numero di rispondenti al sondaggio che hanno infatti dichiarato di assumere maggiore rischio rispetto ai rispettivi benchmark è risultato il piu’ alto dal Novembre 2021) mentre l’allocazione media di liquidità raccomandata dagli strateghi di Wall Street è al livello più basso dal 2006 .

Ma la cosa curiosa è che non sale solo l’equity, ma anche oro argento e petrolio si stanno apprezzando moltissimo, sostenuti peraltro da fattori che solitamente sono in disaccordo fra di loro e che generano alcuni  dubbi su quale asset class sia valutata correttamente e quale invece sia l’intruso, un pò come le vignette che troviamo sulla settimana enigmistica.

Non dimentichiamo poi che tassi di interesse a lungo stanno continuando a salire in contrapposizione con l’idea che l’inflazione sia sotto controllo e che verranno tagliati i tassi di interesse.

Io non so chi avrà ragione alla fine, perchè è veramente difficile prevedere gli andamenti dei mercati in tale contesto. Tuttavia,  ritengo che la Fed dovrà fare molta attenzione alla comunicazione di un eventuale ulteriore posticipo del primo taglio dei tassi ,considerando che le aspettative di inizio anno erano di sei tagli per il 2024.

Sono anche curioso di vedere se alla  BCE avranno  il coraggio per una volta di prendere una decisione in autonomia e tagliare prima degli Stati Uniti , dato il contesto tedesco tutt’altro che roseo , oppure se preferiranno attendere.

Per concludere, due parole sulla Cina, dove il governo continua a spingere e a stimolare l’economia ( di recente hanno messo anche stimoli agli acquisti delle automobili per rilanciare la domanda) e qualche segnale di miglioramento del ciclo comincia a vedersi.

Alcune aziende adesso trattano a multipli estremamente interessanti, benchè continui a mancare una fiducia di fondo dopo lo scotto pagato negli anni passati.

A questi livelli qualcosa si può cominciare ad accumulare.

A cura di Michele De Michelis, Responsabile investimenti di Frame AM