Asset allocation, Cina: prospettive favorevoli per il mercato azionario

La drastica svolta politica cinese alla fine del 2022, con l’adozione di un programma pro-crescita e l’abbandono delle misure “zero Covid”, ha creato i presupposti per una ripresa sostenuta dei suoi tormentati mercati azionari. La mossa ha smentito la tesi degli scettici, secondo cui le autorità politiche cinesi avrebbero inaugurato una repressiva era glaciale a livello economico.

La flessibilità dimostrata nel quarto trimestre 2022 getta le basi per una crescita della Cina nel 2023, dopo tre anni di stagnazione e incertezza. La strada da percorrere rimane impegnativa, a causa della persistente assenza di fiducia nel mercato immobiliare e delle perturbazioni causate dall’improvvisa “exit strategy” del paese dal Covid. Ciononostante, il pragmatismo e la natura esaustiva delle misure politiche previste per il 2023 ci rendono fiduciosi del fatto che la Cina si sia lasciata il peggio alle spalle nel terzo trimestre 2022″. Ad affermarlo è Jie Lu, Head of Investments China di Robeco, che di seguito illustra nel dettaglio la view.

Sulla base del nostro modello a cinque fattori, abbiamo potenziato le nostre prospettive per la Cina in ottica costruttiva, grazie alla confluenza di fattori macroeconomici favorevoli alla crescita come la politica fiscale espansiva, la possibilità di un ulteriore allentamento monetario, la riapertura dell’economia cinese e il sostegno politico complessivo al settore immobiliare. Con le valutazioni di importanti settori ancora ai minimi storici e la ripresa del sentiment degli investitori, riteniamo che sia arrivato il momento giusto per aumentare l’esposizione alle azioni cinesi attraverso una strategia di investimento attiva.

Con un’inflazione bassa in Cina, al di sotto del 3%, unitamente a un rafforzamento dello yuan cinese (CNY) rispetto al dollaro USA all’inizio del 2023, ci aspettiamo che la politica monetaria sia orientata verso un allentamento nel 2023, quando l’economia uscirà dall’isolamento causato dal Covid. La necessità di stabilizzare il settore immobiliare rafforza questa convinzione. La tendenza all’allentamento si è riflessa nei dati della Banca Popolare Cinese (PBoC) sulla crescita dei prestiti bancari di dicembre. L’impulso al credito aumenterà, grazie alla ripresa del settore privato e all’impulso politico. Le piccole e medie imprese, la finanza verde e la tecnologia continueranno a godere di un certo sostegno. Dal punto di vista fiscale, si prevede una spesa infrastrutturale costante, finanziata da un aumento degli accantonamenti per le specifiche obbligazioni degli enti locali e, potenzialmente, un ampliamento dell’obiettivo di deficit fiscale per sostenere la crescita.

Nel dicembre 2022 il Governo cinese ha anche avviato una serie di politiche di sostegno a cascata per sostenere il mercato immobiliare, a differenza delle contenute misure di allentamento attuate in precedenza dagli enti locali. Il governo mira chiaramente ad un atterraggio morbido per il mercato immobiliare e questo implica la necessità di salvare anche i promotori immobiliari. La maggior parte degli interventi si concentra sul lato dell’offerta, affrontando i problemi di liquidità attraverso il sostegno sui finanziamenti obbligazionari e azionari e sulle linee di credito. Per sostenere la domanda, sono state allentate le restrizioni all’acquisto di case nelle città di livello 2, tra cui Hangzhou, Xiamen, Nanjing e Wuhan. Una combinazione di sostegno politico mirato al settore immobiliare e di condizioni monetarie più allentate creerà una soglia minima dei prezzi nel 2023. Riteniamo che il settore immobiliare rappresenti un fattore di oscillazione molto più significativo per la salute macroeconomica della Cina che per il Covid.

L’economia digitale è un pilastro dell’economia cinese e negli ultimi due decenni ha svolto un ruolo fondamentale nell’incentivare la crescita, promuovere l’innovazione e ridurre i prezzi al consumo. L’importanza del settore è ben riconosciuta e la digitalizzazione è stata identificata come un fattore chiave di crescita nel 14° Piano quinquennale. Ad oggi, la tempesta normativa è in gran parte finita e vediamo i primi segnali di una possibile distensione del contesto, dato il recente sostegno del governo cinese al settore privato, in particolare al comparto delle piattaforme digitali. Anche se è necessario attendere gli interventi che i politici attueranno per aumentare la fiducia delle aziende private, la regolamentazione del comparto delle piattaforme digitali sta entrando in un periodo più normale con un quadro politico meglio strutturato. Continuiamo a cercare opportunità nel comparto digitale cinese. L’economia digitale cinese rappresenta il 40% della crescita economica, ma la sua penetrazione ha ancora un notevole margine di crescita in settori chiave rispetto ad alcuni paesi leader nel settore tecnologico.

Riteniamo che le recenti misure politiche adottate in Cina dovrebbero consentire al Paese di riprendere il cammino della crescita, potenzialmente oltre il 5%. Siamo più ottimisti sul mercato cinese. Allo stesso tempo, ci concentriamo su fattori strutturali di crescita e su driver che guidano il cambiamento dell’economia cinese, investendo selettivamente nelle società che più trarranno vantaggi strutturali all’interno dei temi da noi individuati.

I temi a lungo termine in cui riteniamo che si trovi attualmente il valore sono la crescita dei consumi, l’economia verde, l’innovazione tecnologica e la crescita tecnologica della capacità produttiva industriale cinese. Riteniamo che ci saranno opportunità anche nello spazio digitale, dove è già in corso un rimbalzo.