Asset allocation: autunno con buone prospettive per le Pmi italiane quotate

Le recenti performance azionarie negative sono principalmente imputabili alle crescenti preoccupazioni che gli investitori nutrono in merito all’evoluzione dell’inflazione e alle conseguenti probabilità di un rallentamento delle economie.

La correzione delle ultime settimane mostra infatti come anche i mercati azionari stiano iniziando a temere che il brusco ciclo di rialzo dei tassi possa sfociare in una recessione pur di contrastare un’inflazione senza precedenti: eventualità che i mercati obbligazionari riflettevano già da tempo, come confermato dall’inversione della curva dei tassi a due e dieci anni americana da inizio anno e alla quale ora anche i mercati azionari iniziano a guardare.

Questi timori arrivano dopo che i mercati azionari globali hanno registrato numeri molto forti da inizio anno. Nel caso del mercato italiano va però precisato che la forte performance è per lo più imputabile alla sovraperformance dei titoli bancari, mentre il resto dei nomi è rimasto molto più indietro. Questa divergenza di performance è ancora più evidente se si confronta l’universo delle large cap con quello delle mid e small cap, con le prime che hanno enormemente sovraperformato le seconde: il Ftse Mib da inizio anno ha infatti conseguito un +22.8% da confrontare con gli indici Pir, Aim e Star che hanno invece ottenuto rispettivamente un +5.8%, -4.5% e -3.7%.

“Prospetticamente l’approccio da adottare da settembre in poi sarà improntato su una maggiore prudenza e cautela, in attesa di avere più visibilità sulla tenuta del ciclo economico da qui alla fine dell’anno. I prossimi mesi offriranno però verosimilmente delle buone opportunità per incrementare l’esposizione alle società a piccola e media capitalizzazione“. Ad affermarlo è Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity di Kairos, che di seguito spiega nei particolari la view.

Viste le valutazioni estremamente a sconto cui questi nomi trattano al momento: a questo fine l’analisi fondamentale svolgerà un ruolo cruciale per individuare quelle società da una parte recentemente penalizzate dall’indiscriminata compressione dei multipli scatenata dal brusco rialzo dei tassi, ma dall’altra i cui fondamentali sono rimasti solidi e pertanto lasciano presagire che possano continuare a consegnare i risultati attesi dagli investitori.

Si tratterà quindi di incrementare l’esposizione ai nomi da cui ci si aspettano delle performance interessanti da qui ai prossimi 12 mesi: si tratta di società di qualità, con bilanci solidi che hanno saputo superare la recente pressione inflattiva e scosse da supply chain grazie alla resilienza dei margini aziendali e che spesso sono leader di mercato all’interno della nicchia in cui operano.