Secondo quanto riportato da La Stampa, la Direzione Generale dei Servizi Finanziari (DG Fisma) ha elaborato un documento di lavoro relativo alla creazione di un network di bad bank nazionali per acquisire, anche attraverso il sostegno pubblico, la mole di nuovi NPL che si verranno a generare dalla crisi, limitando il loro accumulo nei bilanci bancari.
Entro fine autunno, secondo quanto riportato dall’articolo, l’esecutivo UE dovrebbe definire una strategia a riguardo.
“A oggi la definizione del raggio di operatività delle bad bank (se debba essere limitato a salvataggi bancari o possa essere esteso a operazioni di mercato) rimane un interrogativo, con un impatto che comunque vediamo eventualmente più negativo per gli NPL buyer che per i servicer, vista l’impossibilità da parte di un unico soggetto nazionale di gestire in-house tutti i nuovi deteriorati acquisiti – avvertono gli analisti di Equita Sim – continuiamo comunque a ritenere che l’outlook per il settore NPL, in termini di pipeline potenziale, sia più supportivo rispetto a inizio anno“.
L’articolo All’orizzonte un network di bad bank nazionali? proviene da Finanza Operativa.