Oro di nuovo sugli scudi. Le paure degli investitori in merito al tema dell’inflazione si continuano a vedere sui mercati, a discapito di quanto la Federal Reserve stia provando a convincere che l’aumento dei prezzi sarà transitorio. Durante l’attuale stagione delle trimestrali, diverse aziende hanno comunicato che i problemi all’offerta e quelli di natura logistica potrebbero forzarle ad alzare i prezzi per i consumatori. A queste problematiche si aggiunge anche il continuo aumento dei prezzi delle materie prime: diversi produttori europei e statunitensi di semiconduttori, acciaio, legname e cotone hanno dichiarato di dover fare i conti con arretrati record e prezzi di input più alti che li stanno mettendo in difficoltà nel rimpinguare le scorte e a sostenere l’accelerazione della domanda. L’aumento è ben chiaro dal Bloomberg Commodity Spot Index, che replica l’andamento di 23 materie prime ed è salito ai massimi dal 2009. In questo contesto, un sondaggio tra i money manager di Bank of America mette in luce come le preoccupazioni principali riguardino il rialzo dei prezzi e la relativa risposta delle Banche centrali, che potrebbero dunque iniziare a ritirare le misure ultra-espansive.
L’indice dei prezzi al consumo potrebbe crescere anche a causa delle ampie misure di supporto fiscale, in particolare per quelle statunitensi. Nella scorsa settimana infatti il Segretario al Tesoro USA, Janet Yellen, ha dichiarato che i tassi dovrebbero salire per non surriscaldare l’economia, salvo poi fare un passo indietro dicendo di non raccomandare nessun incremento. In questo quadro, anche grazie all’indebolimento del biglietto verde, l’oro ha raggiunto i massimi in tre mesi. Al momento gli ETF sul prezioso non abbiano registrato flussi in entrata importanti, mentre si sta registrando una crescita nelle vendite delle gioiellerie e un incremento dell’investimento fisico. Se le Banche centrali restassero comunque accomodanti anche con un’inflazione in salita e i tassi dei titoli di Stato riuscissero a stabilizzarsi o a scendere, le quotazioni dell’oro potrebbero beneficiarne. Non si deve dimenticare in ogni caso come il metallo giallo è considerato il bene rifugio per eccellenza. Se i mercati azionari, che al momento sembrano scontare gran parte delle notizie positive, si dovessero trovare con meno supporto da parte degli istituti centrali inizierebbero forti vendite, specie se si considera le attuali valutazioni particolarmente elevate.
Il quadro tecnico dell’oro
Il trend dell’oro a cinque anni
Tra gli scorsi marzo e aprile le quotazioni dell’oro hanno dato vita ad un modello di doppio minimo che di recente ha quasi raggiunto il suo obiettivo in area 1.840 dollari. Tale zona costituisce una resistenza di fondamentale importanza, in quanto corrisponde al transito della linea di tendenza ottenuta collegando i massimi del 7 agosto 2020 e 5 gennaio 2021. Se questo ostacolo venisse superato i prezzi potrebbero riportarsi verso le successive resistenze in zona 1.950 dollari. Per i compratori è comunque importante che i prezzi del metallo giallo non scendano al di sotto dell’intorno compreso tra i 1.750 e i 1.676 dollari. Se quest’area di concentrazione di domanda dovesse subire una rottura infatti, la tendenza ribassista iniziata ad agosto 2020 potrebbe proseguire.
I certificati di Vontobel legati a oro e auriferi
A cura di Vontobel Certificati