Investimenti, attenzione: un sentiment negativo non significa panico

Il processo di controllo dell’inflazione ha sempre rischiato di innescare una fase recessiva per l’economia globale. Stando a questo assunto, sembrerebbe che la Fed ci sia riuscita, almeno temporaneamente, con i prezzi delle materie prime crollati dai loro massimi, mentre crescono proprio i timori di recessione. Gli investitori stanno ora riflettendo sul vero costo dei recenti rialzi dei tassi e i mercati azionari rimangono altamente sensibili ad ogni nuovo dato o punto di vista”. Ad affermarlo è Lewis Grant, Senior Portfolio Manager – Global Equities di Federated Hermes, che di seguito spiega nei particolari la view.

Il dibattito ora riguarda la tipologia di atterraggio (hard o soft landing), quanto sia “necessaria” la disoccupazione, quanto il sistema finanziario sia più solido oggi rispetto alla crisi finanziaria globale e anche la fragilità dello stesso mercato immobiliare.

Un sentiment negativo è predominante, mentre gli eccessi delle precedenti fasi di mercato rialzista vengono meno (pensiamo all’esempio del Bitcoin e delle criptovalute in senso più ampio) e, nonostante tutto, l’indice VIX è cresciuto in maniera limitata.

Almeno per quanto riguarda il fronte azionario, si tratta di un mercato ribassista relativamente “ordinato” e non certo di una fase di panico. Per molti investitori, questo contesto di mercato rappresenterà una novità.

Per gli investitori che adottano una prospettiva di lungo periodo, la storia non è cambiata: i mercati in calo offrono valutazioni più interessanti per le società di alta qualità che presentano un vantaggio competitivo.

La chiave per gli investitori sarà capire quali sono i nomi che hanno questo vantaggio competitivo e se sono gli stessi nomi in grado di sopravvivere a questo contesto inflazionistico.

La sostenibilità è forse diventata meno importante per alcuni, in particolare per coloro che considerano il fabbisogno energetico a breve termine in un mondo in cui i prezzi del gas/petrolio sono in aumento, eppure il movimento verso un’economia e una società più sostenibili continuerà ad andare avanti.

Continuiamo a ritenere che le società che generano ricavi sostenibili – come quelle che seguono i dettami che discendono dagli SDGs delle Nazioni Unite – abbiano un vantaggio strutturale di crescita rispetto agli omologhi e riteniamo anche che saper individuare quelle società che aumentano la propria attenzione sul tema della sostenibilità -vale a dire quelli che per noi saranno i cosiddetti leader di domani – rappresenti un’eccezionale opportunità di mercato. In generale, per superare l’attuale tempesta, la diversificazione continuerà a rivelarsi di cruciale importanza.