Consulenza: vade retro incentivo

Fa il proprio ingresso in Banca Mediolanum Lorenzo Agresti come manager di riferimento per l’ulteriore sviluppo del segmento della protezione assicurativa. Classe 1971, laureato in Università Bocconi a pieni voti, sposato con quattro figli, Lorenzo Agresti ha accumulato oltre 25 anni di esperienza in Unicredit assumendo progressivamente nel tempo crescenti ruoli manageriali e responsabilità in ambito finance, private banking ed insurance. Dal 2017 ha in particolare ricoperto il ruolo di Direttore Commerciale e Marketing della Joint Venture costituita da Unicredit e Allianz, affermandosi come una delle figure di spicco sul mercato italiano di Bancassurance. “Entra nella mia squadra Lorenzo Agresti al quale do il benvenuto in Banca Mediolanum” – dichiara il Direttore Commerciale Stefano Volpato. “Siamo già i leader nel segmento della protezione per quanto riguarda le banche reti e le realtà della consulenza finanziaria. Con l’ingresso di Lorenzo Agresti puntiamo ad un ulteriore salto di qualità, volendoci ora confrontare direttamente con i grandi player assicurativi. Vogliamo fare questo, forti della nostra strategia distintiva che vede da sempre la protezione dai rischi quale primo step alla base del nostro modo di fare pianificazione finanziaria e patrimoniale al cliente e al suo nucleo famigliare”. della propria carriera. Sparare sulle banche e sul mondo della finanza per acquisire consensi e visibilità popolare è prassi ricorrente tra i politici soprattutto tra quelli con una forte vocazione populista.

Realtà diverse

Al di là delle considerazioni sui politici che, forse ancora prima dei banchieri e dei finanzieri, sono (a torto o a ragione) la categoria più bistrattata, vi sono alcune considerazioni che corre l’obbligo di condividere. La prima è che la comunità europea è un condominio dove hanno scelto di convivere nazioni molto diverse tra loro, per storia, cultura e soprattutto maturità finanziaria. Si tratta certamente di una scelta giusta e obbligata, testimoniata dalla quasi scomparsa degli euroscettici e dagli effetti della Brexit sugli inglesi. Il solo fatto che sui temi che attengono la finanza e il mercato dei capitali, paesi come il Belgio, l’Irlanda e il Regno Unito vengano accomunati a Germania, Francia e Italia, la dice lunga sulla impossibilità di trovare una soluzione che accontenti tutti. Da appassionati osservatori del mercato rileviamo che sul tema si stanno formando tre fazioni: i talebani, gli avvoltoi e gli analitici. Il “talebano” è persona rigida, poco disponibile a trattare, giustizialista, convinta religiosamente di essere dalla parte della ragione. I talebani sono presenti in entrambi gli schieramenti (pro e contro incentivi) anche se in proporzioni differenti: l’85% è presente nel fronte di chi è contro gli incentivi. Chi è contro gli incentivi e l’attuale sistema distributivo dei prodotti finanziari vigente nel nostro Paese non è quasi mai (con qualche eccezione) protagonista dell’attuale sistema, occupando nicchie di mercato che stentano a decollare. I più agguerriti tra i “talebani” rischiano poi di essere percepiti come “avvoltoi”. Il termine apparentemente carico di connotazioni negative non è che lo specchio della natura dove il leone, re della foresta, convive con le iene e gli avvoltoi. In natura come in politica ogni ecosistema si basa fortunatamente sulla convivenza di razze diverse ognuna con una sua funzione.

Spazio per tutti

Quindi ben vengano gli avvoltoi anche quando, in modo a volte forse un po’ spudorato e avventato, suonano le campane a morto della consulenza finanziaria italiana che, numeri alla mano, ha certamente più pregi che difetti. Gli analitici, numericamente più presenti nella fazione pro-incentivi, hanno invece un pregio, quello di analizzare appunto il mercato, i possibili scenari, studiando quanto successo in altri paesi. Costoro propugnano il confronto sui numeri, si attengono ai dati e sono pronti al dialogo, non temono la coesistenza di modelli di servizio differenti (con e senza incentivi) affidandosi al libero mercato. Certamente non sta a noi tifare per l’una o l’altra fazione, nella certezza che ci sarà spazio per tutti e soprattutto nella speranza che l’ultima parola spetterà al vero sovrano: il mercato.