Con Biden risvolti positivi per il mercato immobiliare

“Dopo le elezioni americane, il fattore più importante a influenzare la politica fiscale è il fatto che il partito repubblicano ha mantenuto il controllo del Senato, arrestando la ‘blue wave’ pronosticata in molti sondaggi. Questo significa che in futuro dovremmo avere un governo più razionale, poiché i partiti devono negoziare insieme le nuove leggi. Le principali implicazioni sono che il disegno di legge di sgravio per il Covid sarà meno incisivo, e le aspettative di inflazione e i rendimenti obbligazionari dovrebbero rimanere relativamente stabili. Il partito democratico alla Casa Bianca dovrebbe avere risvolti positivi per l’edilizia abitativa, poiché molte delle sue politiche, come i crediti d’imposta per l’affitto riservati ai profili a basso reddito, i crediti d’imposta per l’acquisto della prima casa e il desiderio di abrogare la non deducibilità delle imposte statali e locali, andrebbero a beneficio del mercato immobiliare”. Lo sottolinea Tom Mansley, Investment Director, Mortgage-Backed Securities di GAM Investments. Di seguito la sua analisi.

Anche se non tutte queste politiche passeranno al Senato, l’idea è che l’equilibrio di potere si sia spostato verso un partito che sarebbe di sostegno per l’edilizia abitativa. Inoltre, un Senato controllato dai repubblicani implica anche che grandi aumenti delle tasse sono fuori discussione, il che sarà vantaggioso per i proprietari.

È importante notare che questi fattori non aiuteranno necessariamente i mutui per immobili commerciali, che sono garantiti da collaterali come gli edifici per uffici e i grandi centri commerciali, poiché il partito democratico non prevede un’agenda per salvare tali partecipazioni istituzionali. Anche gli agency Mbs potrebbero fare bene, poiché l’amministrazione Biden non perseguirà la privatizzazione di Fannie Mae e Freddie Mac con la stessa motivazione dell’amministrazione Trump.

Nei giorni scorsi i tassi ipotecari sono scesi al minimo storico del 2,78% da quando Freddie Mac ha avviato la raccolta dati nel 1971. Questo ha il duplice effetto di sostenere l’attuale forte domanda di abitazioni, mantenendole accessibili ai nuovi acquirenti e consentendo agli attuali proprietari di ridurre il pagamento degli interessi attraverso il rifinanziamento. Con un Congresso diviso e una minore pressione sul rialzo dei tassi, questo dovrebbe mantenere le case a prezzi accessibili per un buon periodo di tempo, contribuendo a sostenere l’attuale forte domanda di alloggi e una solida affidabilità creditizia dovuta ai pagamenti di mutui più bassi richiesti agli attuali proprietari. Prima dei lockdown imposti a seguito del Covid-19, il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti era al minimo storico del 3,5% e il mercato immobiliare era più forte che mai. Il forte aumento del tasso di disoccupazione ha gettato una nube di incertezza sul futuro del mercato immobiliare statunitense; in aprile ha raggiunto un picco di oltre il 14%. Il dato già sceso al di sotto del 7% e il governo neoeletto cercherà di estendere le indennità di disoccupazione, che dovrebbero mantenere bassi i tassi di insolvenza.

Nel frattempo, siamo tornati a un minimo record di case disponibili per la vendita. Gli istituti di credito ipotecario hanno difficoltà a tenere il passo con il volume sia dei mutui di acquisto che dei rifinanziamenti e, di conseguenza, mantengono elevati gli standard di sottoscrizione. È importante notare che i recenti aumenti dei prezzi delle case non sono agevolati dall’allentamento degli standard di credito. Al contrario, il punteggio medio Fico dei nuovi mutui ipotecari originati per gli acquisti è aumentato quest’anno. Lo stock di abitazioni in vendita è ai minimi storici, la domanda è forte e le case sono ancora molto convenienti per i valori storici; il governo appena eletto lascia ben sperare per il mercato immobiliare e il credito al consumo. Il Case-Shiller National Home Price Index è salito del 5,7% nell’ultimo anno, e ci aspettiamo che continui a registrare buone performance.

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