Asset allocation, green bond: forte crescita in Asia, ma urge un’armonizzazione degli standard

Il mercato dei green bond dell’Asia-Pacifico (APAC) ha registrato un boom negli ultimi anni, diventando il secondo mercato più grande dopo l’Europa e prima del Nord America. L’aumento delle emissioni di green bond nella regione APAC riflette la tendenza globale orientata agli investimenti ESG, ma lo slancio è particolarmente forte in Asia“. A farlo notare è Michiel de Bruin, Portfolio Manager del fondo RobecoSAM Global Green Bonds di Robeco, che di seguito illustra nel dettaglio l’outlook sul settore.

Questo boom è il risultato del senso di urgenza nella politica globale in materia di mitigazione dei cambiamenti climatici, nonché della volontà dell’Asia di assumere un ruolo di leadership nel campo degli investimenti sostenibili. Sebbene la forte crescita del mercato sia positiva, l’armonizzazione degli standard nella regione sarà fondamentale per mantenere questo slancio.

L’economia dell’area APAC si presta bene a un’espansione dei green bond. La sua leadership globale nella produzione di veicoli elettrici, batterie ed energie rinnovabili la rende un ambiente ideale. Anche il crescente sostegno all’agenda climatica globale ha contribuito allo sviluppo del mercato dei green bond dell’area APAC. Dopo la COP21 del 2016, la maggior parte dei Paesi asiatici ha varato misure per limitare il riscaldamento climatico a +1,5°C rispetto ai livelli preindustriali. Anche se la Cina ha annunciato con un certo ritardo il suo obiettivo di neutralità carbonica entro il 2060, la sua solida politica top-down ha nel frattempo funzionato come massiccia leva per il mercato dei green bond nella regione.

Anche gli sviluppi e le normative legate al clima in altri mercati hanno contribuito all’espansione del mercato delle “obbligazioni verdi” dell’area APAC. Un esempio fondamentale è rappresentato dalle normative dell’UE, come la Sustainable Finance Disclosure Regulation (SFDR), la proposta di una direttiva sulla due diligence orientata alla sostenibilità delle imprese e il sistema di scambio delle quote di emissione (ETS), che hanno indirettamente imposto un nuovo onere “verde” alle imprese e alle società finanziarie asiatiche, che dovrebbero conformarsi agli standard dell’UE per mantenere i legami commerciali con i suoi Stati membri. Un modo per l’Asia di allinearsi al trend di transizione globale è quello di migliorare l’informativa ESG e di rendere più sostenibili gli investimenti attraverso i green bond.

Mentre l’UE ha fatto un grande passo avanti con la sua tassonomia verde, molti Stati asiatici come Cina, Giappone, Singapore, Corea del Sud, Malesia e Thailandia hanno sviluppato grandi iniziative per stabilire le proprie tassonomie green. In questa proliferazione di tassonomie che sfidano l’unificazione del mercato dei green bond, la Common Ground Taxonomy (CGT) rappresenta un barlume di speranza. La CGT è stata pubblicata durante la COP26 ed è il risultato della fusione delle tassonomie dell’UE e della Cina. Pur essendo ancora in fase iniziale, potrebbe diventare lo standard in Asia.

La stragrande maggioranza dei Paesi dell’area APAC non ha ancora stabilito requisiti obbligatori di informativa ESG, rendendo difficile il confronto tra gli emittenti e impedendo agli investitori obbligazionari di prendere decisioni informate. Le prime linee guida cinesi per l’informativa ESG delle imprese sono state emanate nel giugno 2022. Queste linee guida volontarie offrono un assaggio di ciò che ci si può aspettare dalla futura disclosure obbligatoria cinese. La Cina ha sottolineato il desiderio di sincronizzare i propri standard con i futuri standard ESG globali dell’International Sustainability Standards Board (ISSB). Questi passi segnano l’inizio del dominio cinese all’interno dell’area APAC sulle questioni ESG. Allo stesso tempo, ciò rafforza la qualità dei suoi emittenti ed evidenzia il suo crescente interesse per il mercato dei green bond. Singapore, Hong Kong e Malesia hanno recentemente reso obbligatorie le raccomandazioni di divulgazione della TCFD. Inoltre, Giappone e Taiwan hanno introdotto l’obbligo del bilancio di sostenibilità.

Questo slancio verso l’informativa ESG pone l’Asia in un’ottima posizione nella corsa globale alle best practice ESG e alle emissioni green. Nel 2021, l’area APAC è diventata il secondo mercato più prolifico per i green bond, raggiungendo un controvalore di 390,44 miliardi di dollari alla fine dell’anno. Con ulteriori 151,76 miliardi di dollari di debito verde nel 2021, il mercato è cresciuto di 3,5 volte rispetto al volume del 2020. La Cina è in testa, seguita al secondo posto da Giappone e Corea del Sud.

La posizione dell’area APAC nel mercato globale dei green bond potrebbe anche essere un mezzo per dimostrare la leadership della regione in un nuovo sistema finanziario in cui l’ESG è pienamente integrato. A nostro avviso, con la prospettiva di un ulteriore miglioramento e crescita, il mercato dei green bond dell’area APAC rappresenta oggi un’interessante opportunità di investimento.