Asset allocation, green bond: ecco perchè metterli in portafoglio

“I green bond hanno il duplice vantaggio di generare un impatto ambientale positivo e di dare contezza su come i capitali vengano utilizzati, oltre a fornire un’esposizione al settore finanziario che, a nostro avviso, offre un’interessante opportunità di rischio-rendimento nell’attuale contesto”. A farlo notare è Romain Miginiac, Head of Research per le strategie Credit Opportunities di GAM Investments, che di seguito illustra il proprio outlook sul settore.

Una componente fondamentale del motivo per cui ci focalizziamo sui green bond è rappresentata dal fatto che l’impatto è visibile e può essere misurato quantitativamente, ad esempio attraverso le tonnellate di C02 che si evitano con investimenti nelle energie rinnovabili. Tuttavia, riteniamo anche che i Green Bond siano uno strumento molto efficiente per sostenere progetti climatici. I dati della Climate Policy Initiative mostrano che i flussi destinati a progetti climatici sono aumentati fino a raggiungere circa 850 miliardi di dollari nel 2021. Questa cifra è ancora molto al di sotto dei capitali necessari per raggiungere gli obiettivi dell‘Accordo di Parigi di almeno 4,3 trilioni di dollari all’anno entro il 2030.

Sebbene i mercati finanziari si siano progressivamente evoluti, la maggior parte dei finanziamenti alle imprese avviene ancora attraverso prestiti bancari. Le banche hanno un ruolo centrale da svolgere, finanziando tutti i settori, che si tratti di privati, PMI o grandi aziende. In termini di potenziale impatto, le banche hanno la capacità di agire da catalizzatore per sostenere la transizione offrendo, ad esempio, prodotti che incentivano i singoli a ristrutturare le loro case o le aziende per realizzare i loro piani di transizione.

Dal punto di vista dell’impatto, i green bond emessi da società finanziarie europee offrono ampie opportunità in diversi settori e aree geografiche. Gli investitori che acquistano un green bond di una grande azienda sostengono una società che molto probabilmente dispone di una divisione dedicata alla sostenibilità e delle risorse finanziarie per assumere consulenti che la aiutino a definire la propria strategia climatica.

D’altro canto, una PMI non ha il budget necessario per assumere risorse dedicate a questo scopo. È qui che le banche possono svolgere un ruolo molto importante, offrendo servizi di consulenza per aiutare le PMI a valutare la loro impronta carbonica e le potenziali leve che possono sfruttare per allineare la loro attività agli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Riteniamo che il settore possa svolgere un ruolo molto importante e fungere da catalizzatore per sostenere l’intera transizione economica, al di là delle grandi imprese. Oltre alle PMI, i green bond delle società finanziarie sostengono anche i soggetti privati con prestiti a tassi più bassi per rendere le loro case più efficienti dal punto di vista energetico, ad esempio.

Oltre al loro impatto positivo, i green bond emessi dal settore finanziario offrono un’opportunità interessante dal punto di vista del rischio-rendimento. Nell’attuale contesto, i titoli finanziari beneficiano fortemente dell’aumento dei tassi, mentre i tassi di insolvenza degli emittenti societari sono destinati ad aumentare sensibilmente.

Gli utili delle banche stanno salendo a livelli che non si osservavano da tempo e gli indici di solvibilità delle compagnie assicurative salgono conseguentemente all’aumento dei tassi. Per le imprese, invece, la situazione è più difficile: l’aumento dei tassi comporta un aumento dei costi di finanziamento, nonché un aumento dei costi dei fattori produttivi con l’inflazione e una potenziale diminuzione dei ricavi in caso di recessione.

Gli investitori restano preoccupati che i finanziari costituiscano ancora un settore ciclico: molti di essi sono condizionati dalla crisi finanziaria globale (GFC), dalla crisi dell’eurozona e, soprattutto, da storie come quella di Lehman Brothers o di altri grandi salvataggi. Tuttavia, la regolamentazione ha completamente trasformato il settore e le banche hanno quasi triplicato il capitale rispetto a prima della crisi finanziaria globale. A nostro avviso, le banche sono probabilmente uno dei settori più difensivi e i soli utili potrebbero essere sufficienti ad assorbire l’impatto di un eventuale scenario negativo.

I rendimenti delle obbligazioni subordinate denominate in euro con rating investment grade di banche e compagnie assicurative, chiamate Tier 2, si aggirano oggi intorno al 5%, un livello che riteniamo molto interessante per uno strumento finanziario con rating BBB. L’ultima volta che abbiamo osservato tali rendimenti è stato durante la crisi dell’eurozona e la crisi finanziaria, per cui si tratta di livelli simili a quelli di scenari di grande sofferenza e di periodi in cui i settori bancario e assicurativo erano molto diversi. Attualmente osserviamo livelli di rendimento simili, ma riteniamo che il settore sia uno dei più sicuri e resistenti.

Riteniamo che l’attuale contesto rappresenti una forte opportunità per gli investitori alla ricerca di un’occasione interessante nel mercato investment grade.