Asset allocation, azionario europeo: la view di Mirabaud AM

La caratteristica principale del mercato azionario è che, nonostante l’incertezza a breve termine, il quadro a lungo termine su dove investire è chiaro. Negli ultimi due anni è stato difficile prevedere l’inflazione, i tassi d’interesse, le tensioni geopolitiche e i cambiamenti politici, e pochi avrebbero previsto una pandemia all’inizio del 2020. “Se però guardiamo al 2024 ci sono numerose società a buon mercato. L’anno prossimo potrebbe esserci o meno una recessione – di certo le previsioni di crescita per l’Europa sono pericolosamente basse – eppure le stime su molte società hanno già prezzato una recessione. In effetti, molte di esse si trovano da anni in una fase di recessione degli utili e hanno il potenziale per accelerare”. Parola di Hywel Franklin, Head of European Equities di Mirabaud AM, che di seguito spiega nel dettaglio la view.

Al di là di queste opportunità particolarmente interessanti, osserviamo che molte società sono scese del 50% o più rispetto ai picchi precedenti, così come numerosi titoli che hanno subito un processo di de-rating nel corso dell’anno, ma che ora potrebbero essere rivalutati se dovessero tornare a crescere e dovessero continuare a riportare risultati più stabili rispetto alle aspettative.

Pertanto, per cogliere le opportunità più importanti è necessario essere coraggiosi e non temere di adottare una visione a più lungo termine, al di là di una certa volatilità potenziale. Sebbene i tassi al 5% possano essere più alti rispetto alla storia recente, in passato quando il 5% era la normalità molti titoli hanno comunque ottenuto buoni risultati in quel contesto.

Nel 2024 potrebbe esserci un punto di svolta per le small cap, dopo il drawdown storico a cui abbiamo assistito.

Di solito le small cap tendono a sottoperformare durante le recessioni rispetto alle società più grandi, ma riteniamo che il picco sia già stato superato. Molti dei fattori che hanno colpito duramente le società più piccole, come l’aumento degli oneri finanziari, dei salari e dei costi delle materie prime, stanno ora venendo meno e questo dà alle aziende l’opportunità di ricostruire i propri margini. Abbiamo sempre ritenuto interessante la flessibilità delle aziende più piccole e stiamo già vedendo come il management di diverse aziende abbia già intrapreso le azioni necessarie per far fronte ai costi e migliorare le prestazioni. In questo modo le società hanno maggior controllo e possono rafforzarsi indipendentemente dallo scenario di mercato.

Mentre ci avviciniamo alla fine del 2023, vale la pena soffermarsi a pensare a come potrebbe essere il mondo tra 12 mesi. Anche in uno scenario di indebolimento della crescita all’inizio dell’anno prossimo, è probabile che entro la fine dell’anno prossimo avremo superato questa fase e, con i mercati che guardano al futuro come fanno di solito, le valutazioni dovrebbero iniziare a riflettere i potenziali rendimenti del 2025.

Alcuni esperti prevedono uno scenario in cui i tassi di interesse inizieranno a scendere, forse nella seconda metà dell’anno, riducendo il tasso di sconto per le aziende e favorendo un miglioramento del sentiment. Se consideriamo alcuni dei fattori che hanno spinto i tassi al ribasso negli ultimi anni, come l’impatto della tecnologia, la diminuzione della quota di manodopera nei costi e la deflazione dei prezzi dei beni strumentali, non è difficile immaginare uno scenario con tassi in discesa.

Sebbene sia difficile stabilire con esattezza il momento di ripresa delle small cap e vi sia il rischio di un rallentamento dell’attività in generale, sono convinto che siamo molto vicini a un punto di svolta e che da qui in poi dovremmo assistere a un ulteriore aumento dei rendimenti per i quali le società più piccole sono ben note.